Azionario, trimestrali Usa sorprendono al rialzo, ma il mercato resta tiepido

A cura di Patrick Moonen, Principal Strategist Multi Asset di NN Investment Partners
 La stagione degli utili negli Stati Uniti si sta sviluppando molto bene. Circa l’81% dell’universo S&P500 ha riportato risultati nel primo trimestre e di questi, il 79% ha fatto meglio del previsto. La sorpresa media sugli utili è del 7% e mentre le vendite sono aumentate mediamente dell’1,4% più di quanto atteso. Anche la crescita assoluta è buona. La crescita degli utili è pari al 28% e quella delle vendite all’8,5%, il che rende questa stagione la più forte dal 2010. Come previsto, la crescita più elevata si è registrata nel settore dell’energia, in cui i guadagni sono aumentati dell’83%, grazie al forte aumento del prezzo del petrolio. Va inoltre osservato che la crescita è trainata più dal miglioramento dei margini operativi che dalla riforma fiscale (finora l’aliquota fiscale media è scesa dal 25% al 20%, con una riduzione del 5%).
Ma la risposta del mercato a questi risultati positivi è stata tiepida. Gli investitori nervosi sembrano concentrarsi sui segnali che indicano che il vertice ciclico degli utili è vicino. Le aziende che hanno accennato a un ciclo degli utili ai massimi, a un aumento dei costi delle materie prime o a un aumento del costo del lavoro sono state punite anche se i loro risultati hanno superato le aspettative. Allo stesso tempo, si è registrata di recente una stabilizzazione della dinamica dei profitti a livello mondiale, che potrebbe gettare le basi per mercati più forti. Per gli Stati Uniti, la stima di crescita degli utili per l’intero anno è aumentata dell’1,3% in due settimane, raggiungendo il 22%.
Un altro fenomeno recente è il cambiamento della leadership di mercato. Dall’inizio della stagione degli utili, i titoli finanziari e tecnologici hanno sottoperformato rispetto al mercato, nonostante i loro buoni risultati. I settori con le migliori performance sono stati i difensivi come utility, telecomunicazioni e real estate. L’andamento di questi settori, in particolare utility e immobiliare, è controintuitivo alla luce dell’aumento dei rendimenti obbligazionari registrato nelle ultime settimane.
Sembra che anche gli investitori stiano già cercando il massimo nel ciclo dei tassi d’interesse. Questo sembra in contrasto con le aspettative della Fed e della maggior parte degli osservatori del mercato, tra cui noi, di altre sei rialzi dei tassi da parte della Fed entro la fine del 2019. Una possibile spiegazione risiede nei dati di posizionamento per i settori in questione. La tecnologia e la finanza sono i due settori più sovrappesati nei portafogli, mentre utility, telecomunicazioni e immobiliare sono sottorappresentati. Questa quadratura delle posizioni attive è coerente con l’incertezza macroeconomica che gli investitori si trovano ad affrontare. Abbiamo fatto passi simili negli ultimi mesi, riducendo i nostri overweight in campo tecnologico e finanziario e promuovendo i beni di consumo. Un altro fattore che può essere all’opera sono le valutazioni relative. Il rapporto tra settori ciclici e settori difensivi su base prezzo/valore contabile è attualmente al livello più alto degli ultimi 20 anni, periodo che include la bolla internet.
Tuttavia, non vediamo alcun motivo per applicare un sovrappeso difensivo. I livelli dei dati economici sono ancora elevati e le condizioni finanziarie sono favorevoli. La fiducia dei consumatori ha raggiunto livelli mai registrati nell’ultimo decennio. In generale, esiste un ciclo di feedback positivo tra consumatori e imprese, che crea un contesto di solito vantaggioso per i settori ciclici. Tuttavia, i rischi sono aumentati a causa delle crescenti tensioni commerciali. Probabilmente i politici continueranno a fare minacce e dichiarazioni forti, che possono pesare sul sentiment degli investitori. Le guerre commerciali possono causare un rallentamento della crescita, una diminuzione dei profitti e un aumento dell’inflazione, tutti fattori negativi per le azioni.

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