Bail in: scegliere banca e prodotti. I suggerimenti di Tedeschi (Binck)

“Il bail in deriva da una direttiva europea, quindi non si può transigere. Viceversa il risparmiatore può, anzi, deve prendere le misure necessarie per non essere non solo coinvolto ma nemmeno sfiorato da questa opzione”. Vincenzo Tedeschi è direttore generale di Binck Italia, parte del gruppo olandese BinckBank, fondato nel 2000 e quotato alla Borsa di Amsterdam, principale operatore di trading online in Olanda e fra i primi cinque in Europa.
Un passato in EptaSim e in Iw Bank, Tedeschi ha una profonda conoscenza del settore bancario e quindi gli abbiamo chiesto consigli su come scegliere all’interno della vasta offerta di banche e prodotti, alla luce degli eventi – anche tragici – degli ultimi giorni. “La direttiva del bail in nasce da una constatazione fatta dai vari governi in questi anni di dissesti e rischi sistemici per il comparto bancario: con l’aumento delle sofferenze le casse pubbliche dei vari stati non sono più nelle condizioni di sostenere i costi e riuscire a intervenire sempre, chiudendo i buchi gestionali lasciati. Scaricando poi i costi sull’intera collettività. Detto questo, il privato deve prima di tutto scegliere una banca solida e importante per limitare i rischi: per farlo basta guardare alle classifiche di solidità che vengono riportate dalle varie fonti di informazione. Poi occorre tener conto che in un eventuale caso di dissesto, a essere coinvolti sono prima di tutto gli azionisti, quindi i detentori di obbligazioni subordinate, poi quelle senior e infine i depositi oltre i 100mila euro” prosegue il direttore generale di Binck. E per quanto riguarda quello che viene venduto allo sportello oppure da un consulente o da un promotore? “Qui il discorso cambia: occorre consapevolezza, l’investitore deve essere consapevole e seguire il processo di acquisto di quanto proposto. Va anche considerato un semplice dato: vi è un chiaro conflitto d’interesse se nel momento in cui il dipendente bancario consiglia o vende prodotti del proprio istituto”. Occorre quindi attenzione. “Ma in prima battuta è valido anche un semplice processo di diversificazione: non comprare prodotti e/o titoli della banca di cui si è già cliente, con l’obiettivo di distribuire il rischio” conclude Tedeschi.

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