Banca d’Italia e la riforma dei tassi di riferimento

La riforma dei tassi di riferimento del mercato monetario in euro sta per terminare il suo cammino, infatti lo €STR sarà pubblicato a partire dal 2 ottobre 2019 in ogni giornata operativa del sistema Target2, alle ore 8.00 e sarà disponibile sul sito della BCE, sulla piattaforma denominata Market Information Dissemination e nello Statistical Data Warehouse.

Di seguito riportiamo il punto della Banca d’Italia con il focus sull’argomento, tratto dal sito istituzionale della nostra Banca Centrale.

La riforma dei tassi di riferimento del mercato monetario mira a rafforzarne l’integrità e la rappresentatività, entrambe messe a rischio negli ultimi anni da alcuni episodi di manipolazione e dalla significativa riduzione degli scambi nel mercato interbancario. Nel febbraio 2013 il G20 ha dato mandato al Financial Stability Board (FSB) di promuovere un processo di revisione dei principali benchmark finanziari, sostenendo iniziative di mercato. In tale ambito, nel luglio 2014 l’FSB ha formulato raccomandazioni riguardanti:

  • il rafforzamento degli IBOR (Interbank offered rates), in particolare ancorando il calcolo alle transazioni concluse sul mercato, ampliando la base di riferimento e migliorando processi e controlli dei dati di input;
  • l’identificazione di tassi di interesse privi di rischio (Risk-free rates, RFR), alternativi agli IBOR.

Nell’Unione europea il Regolamento UE 2016/1011 (Benchmark Regulation, BMR) ha definito il nuovo quadro normativo sui tassi di riferimento, che adegua ai principi internazionali gli indici di mercato e la metodologia con cui vengono calcolati. La BMR prevede, tra l’altro, misure di rafforzamento della vigilanza sull’integrità e l’accuratezza degli indici, nonché specifici presidi di trasparenza per gli utilizzatori, a beneficio di investitori e consumatori.

Con riguardo agli indici più diffusi (definiti “benchmark critici” dalla BMR) sono previste misure maggiormente prescrittive che tengono conto del loro rilievo sistemico, quali la possibilità per le autorità competenti di rendere obbligatoria la permanenza nel panel dei contributori di dati di input. La Commissione europea ha designato come tassi di riferimento critici, ai sensi della BMR, sia l’EONIA sia l’EURIBOR, amministrati dallo European Money Market Institute (EMMI).

Per rispondere alle raccomandazioni dell’FSB, l’EMMI ha avviato un profondo processo di riforma della governance, dei controlli interni e della metodologia di calcolo dell’EURIBOR. Il 3 luglio 2019 l’EMMI è stato autorizzato dall’autorità belga FSMA, ai sensi dell’art.34 della BMR, come amministratore dell’EURIBOR ed è attualmente impegnato a gestire la transizione alla nuova metodologia di calcolo “ibrida”, che utilizzerà dati sulle transazioni di un campione di banche e, laddove questi non siano disponibili, stime del costo della raccolta effettuate dagli stessi intermediari.

Inoltre, nel settembre 2017 la BCE, congiuntamente alla Financial Securities and Markets Authority (FSMA), alla European Securities and Markets Authority (ESMA) e alla Commissione europea, ha affidato a un gruppo di lavoro privato (Working Group on Risk Free Rates – WG RFR), appositamente costituito, il mandato di ricercare e selezionare un RFR per l’area dell’euro. Il WG RFR ha raccomandato lo Euro Short Term Rate (€STR), che sarà pubblicato dalla BCE a partire dal 2 ottobre 2019, come risk-free rate per l’area dell’euro.

Per l’ampio e diffuso utilizzo degli indici nel sistema finanziario, la transizione ai nuovi benchmark si presenta complessa. Nel febbraio del 2019 il Parlamento e il Consiglio hanno deciso di accordare una proroga ai fornitori di benchmark critici, dando loro tempo fino al 31 dicembre 2021 per conformarsi ai requisiti del Regolamento. In particolare, la transizione può comportare rischi derivanti dalla scarsa consapevolezza delle implicazioni del processo di riforma in atto e in particolare dall’assenza di previsioni relative all’eventuale indisponibilità degli indici preesistenti (fallback provisions).

Risulta quindi cruciale che gli intermediari bancari e finanziari identifichino e intraprendano tempestivamente tutte le iniziative necessarie a garantire un’ordinata transizione ai nuovi tassi di riferimento, con riguardo sia ai rapporti con la clientela sia ai propri assetti organizzativi e operativi (es. verifica della compatibilità delle procedure informatiche e contabili alla nuova tempistica di pubblicazione dei parametri; adeguamento dei modelli di misurazione e gestione del rischio utilizzati a fini gestionali e per finalità di vigilanza).

In Italia i tassi di riferimento vengono utilizzati per un’ampia gamma di strumenti finanziari (ad es. CCT, obbligazioni societarie, contratti derivati) e per l’indicizzazione dei mutui e dei prestiti bancari alle famiglie e alle imprese.

La Banca d’Italia contribuisce ai lavori in ambito europeo sia con la partecipazione al collegio di supervisione dell’EURIBOR e dell’EONIA, congiuntamente alla Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), sia con il coinvolgimento diretto nelle iniziative in seno all’Eurosistema relative alla produzione dello €STR.

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