Banche centrali: aumentano le attese per il taglio dei tassi

La settimana sui mercati azionari si avvia ad una chiusura positiva sulla scia di un rinnovato ottimismo da parte degli investitori su una mossa di politica monetaria potenzialmente più aggressiva del previsto da parte della Fed verso la fine del mese. Il ritorno dell’appetito per il rischio si nota anche nell’indebolimento dello yen. Anche l’azionario asiatico ha beneficiato del fatto che sono cresciute le scommesse sul mercato per un taglio di 50 punti base del tasso sui Fed Funds dopo che Williams (presidente della Fed di New York) ha parlato della necessità di un’azione immediata per un taglio di mezzo punto quando i tassi sono già così bassi. Nei giorni precedenti il vicepresidente della Fed Clarida aveva rimarcato la necessità di agire rapidamente senza dover attendere per forza espliciti segnali di peggioramento.

E’ quanto evidenziano gli analisti di Banca del Piemonte nel loro commento settimanale focalizzato su mercati e investimenti, in cui notano che il focus continua quindi a essere sulle riunioni Bce/Fed di fine luglio. Venendo alla Bce emerge come il dibattito fra gli analisti sul tema del contenuto del possibile nuovo QE della Bce si stia estendendo fino a ipotizzare l’inclusione dei senior bond bancari, cosa che ha dato un notevole supporto al segmento in settimana.

Gli Usa corrono, l’Eurozona rallenta

Con nuove misure ormai attese e scontate dal mercato, l’attenzione si sposta sui dati macro: negli Usa emerge un quadro in miglioramento con le vendite al dettaglio che segnalano una tenuta dei consumi, il mercato del lavoro che evidenzia buona creazione di posti di lavoro e l’indagine Philly Fed, seconda survey di attività manifatturiera regionale dopo l’Empire New York, che ha messo a segno un robusto rimbalzo, dai livelli depressi di giugno. Nell’Area euro invece le nuove immatricolazioni e l’indice Zew ricordano che per ora gli indicatori segnalano ancora un rallentamento. Queste considerazioni sono alla base del rafforzamento momentaneo del biglietto verde.

Giusto per ricordare quanto sia estesa a livello globale la tendenza ad allentamento delle politiche monetarie da parte delle banche centrali, si segnala il taglio dei tassi di 25 punti base della Bank of Korea e più tardi della Reserve Bank of South Africa. Beneficio immediato per i bond in local currency emergenti che hanno visto discese dei tassi su tutta la curva.

Trimestrali negli Usa

Dai dati pubblicati emerge come il comparto bancario abbia battuto ampiamente le stime e fornito buoni risultati. Se sul fronte ricavi da trading le indicazioni sono molto diverse da istituto ad istituto, il vero dato che salta agli occhi è la sofferenza del business bancario tradizionale dovuta ai bassi margini di interesse (vedi ad esempio Wells Fargo). Tengono invece i ricavi derivanti dal credito al consumo.

La deludente trimestrale dell’operatore di spedizioni nazionali CSX ha alimentato l’idea che se le merci circolano meno è un sintomo di rallentamento dell’attività e dubbi sulla tenuta dell’economia.

Vi è stata la delusione della trimestrale di Netflix, che ha ottenuto poco più della metà dei nuovi abbonati attesi per il trimestre (2,7 milioni a fronte dei 5,3 attesi), perdendone 130.000 negli Stati Uniti. Un effetto dell’aumento dei prezzi, ma anche della concorrenza che a breve dovrebbe aumentare, con i nuovi servizi in streaming di Disney e Apple.

Microsoft ha invece comodamente battuto le attese sulla scia dei buoni risultati del suo business legato al cloud-computing. I ricavi trimestrali sono saliti addirittura del 12%.

Petrolio ai minimi da un mese

Il petrolio ha toccato i minimi da un mese dal momento che continua a regnare un pessimismo diffuso sui progressi raggiunti da Usa e Cina dopo l’avvio della tregua commerciale post G-20, mentre il ripristino dei flussi di un oleodotto in Russia ha alimentato i timori di un eccesso di offerta. Lo spettro di un rinnovato conflitto Usa-Cina ha indebolito l’outlook sulla domanda globale mentre le scorte americane di benzina sono schizzate in alto, facendo così scendere il petrolio nel corso di quasi tutta la settimana.

Al marcato calo del greggio hanno inoltre contribuito i segnali di apertura espressi dal segretario di stato Pompeo verso possibili negoziati con l’Iran. In ottica di breve periodo sia per il petrolio che per l’oro, la possibilità di ulteriori punti di ingresso si incentra su due livelli molto importanti quali 52 dollari al barile e 1300 dollari l’oncia. Entrambi questi asset sono possibili beneficiari delle attese di QE che man mano si intensificheranno avvicinandosi alla fine dell’anno.

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