Banche e divieto Bce dividendi: solo Intesa, Credem e Mediobanca faranno eccezione nel 2021

Una mossa senza precedenti quella messa in atto dalla Bce che ha raccomandato a tutte le banche, sistemiche e non, di non pagare dividendi e/o attivare i buyback almeno fino al 1 ottobre 2020.

La decisione, in parte ormai scontata come fanno notare da Equita visto che tutti i titoli avevano un dividend yield di superiore al 7%, è negativa per diversi motivi:

  • le banche (e quindi gli azionisti) subiscono la decisione, a differenza delle altre società in cui il CDA ha deciso di non pagare
  • si applica a tutte le banche senza tener conto di elementi company specific (redditività, capitalizzazione ecc)
  • conferma la gravità della situazione, mai un regolatore si era spinto a chiedere di cancellare i dividendi.

Secondo gli analisti di Equita non si tratta di una sospensione dei dividendi ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile pagare le cedole nel 2020: gli utili verranno destinati a riserve e, se venisse eliminato il divieto alla distribuzione, le banche dovrebbero chiedere autorizzazione per distribuirle con ridotte probabilità di successo.

Nel 2021 la distribuzione di dividendi dipenderà dalla capacità di generare utile sul 2020: secondo Equita Intesa SanPaolo (grazie ad una redditività superiore oltre che ai 910 mln di euro di capital gain su Nexi), Mediobanca e Credem sono le banche in grado di ripristinare più rapidamente la dividend policy, mentre per tutte le altre banche, senza il contributo di utili straordinari ancora da realizzare, sarebbero a break-even già con un costo del rischio “low tripledigit” con ricavi core 5% inferiori alle nostre stime.

In base ai calcoli di Equita, la cancellazione dei dividendi nel 2020 libera 5.6 mld di capitale (+58bps) per far fronte a 14 mld di NPE extra (1% di default rate): se venissero cancellati anche i dividendi 2021, ci sarebbe un ulteriore rilascio di 6,3 mld (61bps).

Includendo la maggior flessibilità di capitale garantita dalla Bce (calendar provisionis, CCB ecc), le banche al 2021 hanno a disposizione fino a 59 mld di capitale extra (171bps) che consentono di fronteggiare la generazione di 145 mld di nuovi NPE ie >2x lo stock attuale e pari ad un default rate (11%) 2x sopra i picchi di 2008 e 2009.

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