Banche, la Bce rinvia il progetto Consolidation T2/T2S: che cosa cambia

La crisi pandemica che stiamo vivendo ha avuto ripercussioni anche sul settore finanziario, con conseguenti ritardi per le banche nel compiere il processo di migrazione verso la nuova piattaforma europea di regolamento T2/T2S. Il consiglio direttivo della Bce ha infatti approvato di recente la proroga del progetto Consolidation che prevede l’integrazione tra le due principali infrastrutture di mercato per la gestione dei pagamenti e il regolamento titoli. Si tratta di una delle proposte chiave del piano strategico Vision 2020, fortemente voluta dell’Eurosistema per aumentare l’efficienza, la modernità e l’apertura delle infrastrutture centrali dell’area euro. La nuova data per la migrazione a big bang è ora novembre 2022.

Mario Mendia

Ne abbiamo parlato con Mario Mendia, Svp di Tas Group, fornitore globale di soluzioni innovative per la gestione dei pagamenti digitali, della messaggistica finanziaria e dei capital market, in occasione del Salone dei Pagamenti – Payvolution 2020, conference & expo di riferimento in Italia per l’innovazione nel mondo dei pagamenti, che debutta quest’anno per la prima volta in formato digitale.

“Tas è stato uno dei primi attori ad avere accolto con favore la decisione della Bce di ritardare la scadenza per la migrazione alla piattaforma consolidata, rimandata per diversi motivi, tra cui la necessità di dirottare risorse e attenzione della banca per la risposta ai clienti e per l’adozione estesa e improvvisa dello smartworking causati da Covid-19″, spiega Mendia. “In ogni caso, lo slittamento non dovrebbe rappresentare un alibi per rallentare il processo, in quanto ogni partecipante non pronto al momento della migrazione del novembre 2022 sarà escluso dall’operatività monetaria della banca centrale. Secondo la Bce di fatto, le banche che non saranno in grado di migrare rischiano di non essere più in grado di fare affari. Ecco perché l’intera comunità si sta preparando al progetto. Questo comporta almeno 11 mesi di test comunitari, poiché l’impatto di questo big bang è considerato impegnativo quanto quello del progetto Sepa. Tuttavia, il rinvio aiuterà le banche a rivedere e rivalutare alcune delle loro scelte”.

Nell’ambito della riprogrammazione la Banca Centrale Europea ha inserito un nuovo traguardo per fine 2021: l’interoperabilità degli instant payment in tutti i paesi dell’euro. “La raggiungibilità di tutte le banche – continua Mendia – sarà ottenuta tramite l’adozione da parte degli operatori attivi (Psp ma anche Ach dei circuiti attuali di bonifico istantaneo, quali Eba RT1, Nexi, Stet, ecc.) di un conto in banca centrale dedicato al regolamento degli stessi (Dca Tips). Sono iniziate le prime analisi anche lato Tas e sono emerse le prime change request in valutazione da parte della Governance dell’Eurosistema per garantire questo nuovo sistema. In analogia agli altri progetti infrastrutturali in corso, la Bce ha proposto un calendario di milestones che dovranno essere rispettate dai partecipanti e controllate dalle banche centrali, per cui già a gennaio le banche sono chiamate a prendere alcune decisioni strategiche. A novembre 2023 vedrà inoltre la luce un nuovo sistema di gestione delle garanzie (Ecms – Eurosystem Collateral Management System), al quale anche le banche debbono allinearsi. Tutti i cambiamenti imposti dall’Eurosistema mirano a ottenere un ecosistema europeo dei pagamenti più ampio e integrato, con una migliore capacità di finanziamento e di gestione della liquidità, supportato da servizi di banca centrale sicuri e affidabili, in tempo reale e con orari di operatività 24×7. Ciò comporta anche un settore europeo dei pagamenti e delle banche più competitivo, una valuta più forte, che in futuro attirerà l’interesse di più controparti dall’estero, grazie alla sua stabilità e all’efficienza in termini di costi”.

In termini più informatici, aggiunge l’esperto, “il progetto di consolidamento rappresenta una chiara opportunità per coloro che non hanno ancora lavorato all’adozione dello standard Iso 20022, già adottato dai titoli e dagli instant payment e obbligatorio con il go live di fine 2022 per i pagamenti interbancari in banca centrale: questo standard molto più ricco in termini di dati permette infatti di efficientare l’automazione di step operativi, l’integrazione delle informazioni, l’operatività in tempo reale e l’approntamento di analisi previsionali attraverso modelli predittivi. L’adozione del nuovo standard va ben oltre l’Europa ed è un fenomeno globale, poiché la sintassi Iso 20022 è stata abbracciata dalle infrastrutture di mercato un po’ in tutto il mondo, tra gli altri anche da Fedwire e dalla Banca d’Inghilterra e sarà lo standard anche per i pagamenti cross border di Swift grazie al progetto Cbpr+”.

Accanto a questo nuovo standard, “il secondo vero acceleratore nella modernizzazione dei pagamenti è rappresentato dalla tecnologia cloud, che consente resilienza, scalabilità, flessibilità, quindi un miglioramento continuo e una risposta più rapida al mercato. Ma non c’è un solo cloud che vada bene per tutti. Ognuno ha un motivo diverso per passare al cloud anche se la velocità di esecuzione e la gestione dei costi saranno priorità per molte banche. Nella nostra esperienza, le neo-banche e le fintech sono naturalmente orientate al cloud; abbiamo contribuito con le nostre applicazioni al debutto di una nuova banca digitale in pochi mesi: la Anglo-Gulf Trade Bank, ed è stato veloce e semplice. Dall’altra parte, le banche tradizionali stanno adottando il cloud per gradi, utilizzando un approccio segmentato, cercando di differenziare per settore di attività, gestione dei dati e rischio per la sicurezza, potenziali risparmi, e così via”.

Le banche di minori dimensioni infine hanno un interesse particolare per il cloud, perché spesso hanno già sistemi in outsourcing e il cloud consente loro di acquisire soluzioni integrate per affrontare problemi complessi. “Noi, ad esempio, offriamo alle piccole banche l’accesso ai servizi Target dell’Eurosistema, con un nuovo servizio chiamato Pag€, dove tutto viene consegnato ed erogato in cloud”, puntualizza Mendia.

In conclusione, è questo il momento giusto per andare nella direzione di una digitalizzazione totale dei sistemi di pagamento e delle tesorerie bancarie. “Gli istituti di credito hanno a disposizione i più avanzati strumenti tecnologici per effettuare questa conversione, devono solo scegliere di utilizzarli”.

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