Banco Bpm, Castagna concentrato su recupero redditività ma apre a M&A

I soci di Banco Bpm approvano i conti 2018, ma l’attenzione del mercato è tutta per le indicazioni emerse per quanto riguarda l’anno in corso e il tema delle fusioni e acquisizioni, con l’amministratore delegato Giuseppe Castagna che dopo aver escluso una integrazione con Mps, di cui pure si era parlato a lungo lo scorso anno, ha aperto all’ipotesi di acquisizioni, ma limitatamente ad un istituto che operi in territori in cui Banco Bpm è già radicato al Nord, in particolare Lombardia e Veneto.

Parole che archiviano definitivamente, ove mai ve ne fosse stato bisogno, ogni ipotesi di trattative per Banca Carige, anche perché Castagna ha puntualizzato che eventuali ipotesi aggregative non saranno esaminate prima del prossimo anno, dunque una volta completato il processo di derisking che Banco Bpm sta continuando a portare avanti (dopo aver già ceduto 7,5 miliardi di Npl) al pari delle principali banche italiane. Ancora presto per poter ipotizzare i futuri target di Castagna, anche se dalle sue parole sembrerebbero ipotizzabili futuri colloqui almeno con Credito Valtellinese e Banca popolare di Sondrio.

Per quanto riguarda il 2019, l’obiettivo principale resta quello di migliorare la redditività

Anche se non sono state fornite target precisi, salvo l’indicazione di un utile “ragguardevole” e tale da soddisfare gli azionisti, Equita Sim stima che l’istituto possa raggiungere un utile rettificato di 490 milioni di euro, pari ad un Rote (ritorno sul capitale tangibile) del 5,4%. Gli analisti di Websim parlano invece di un utile ante imposte attorno ai 792 milioni di euro che possa consentire il pagamento di un dividendo di 5,8 centesimi per azione.

Ad oggi, ha poi puntualizzato Castagna, le richieste di risarcimento danni ricevute relative alla vicenda diamanti ammontano a 430 milioni di euro: l’obiettivo è rimborsare integralmente i risparmiatori, anche se sarà necessario procedere ad a verifiche caso per caso. Secondo Equita Sim il titolo, che da inizio anno è tra i peggiori a Piazza Affari perdendo il 19% rispetto all’indice Ftse Mib, potrà essere oggetto di un re-rating solo al raggiungimento di un livello di redditività sostenibile coerente con un Rote di almeno il 5% senza subire ulteriori impatti “one-off” negativi che hanno caratterizzato gli ultimi esercizi (vicenda diamanti inclusa).

I giudizi degli analisti su Banco Bpm

Nel complesso gli esperti si attendono un re-rating nel corso dei prossimi mesi che possa portare il titolo a trattare a circa 6 volte gli utili per azione attesi per fine anno (contro un P/E attualmente inferiore a 3 volte rispetto agli utili correnti), mentre per ora il tema del consolidamento non sembra rappresentare ancora un driver di valore, visto la tempistica e visto che “implicherebbe un ulteriore execution risk”. Equita ha così confermato il suo “Buy” con prezzo obiettivo a 3 euro (che rispetto alle attuali quotazioni implica un potenziale rialzista superiore al 50%), contro un target price medio di 2,48 euro per azione. Infine gli analisti tecnici confermano invece il permanere di Banco Bpm in una fase di lateralità a medio periodo.

A cura di Luca Spoldi, Certified european financial analyst, ceo di 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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