Bankitalia: non ci sarà una ripresa a “V”

Una “ripresa a V non c’è nemmeno nel profilo del Def o nei nostri scenari“. Lo afferma il Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia Eugenio Gaiotti in audizione al Def. “In nessuno scenario il livello del Pil torna a livelli precedenti, siamo già nella fase di pensare a un andamento se non a L, forse a U”.

Stima entrate 2020 a -6%, calo peggiore in 50 anni

“Secondo le stime del quadro tendenziale del Def, nell’anno in corso rispetto al 2019 le entrate complessive calerebbero di quasi il 6%: una tale flessione sarebbe senza precedenti almeno negli ultimi 50 anni”, fa sapere la Banca d’Italia, secondo cui “nel 2021 solo una parte della perdita di gettito sarebbe recuperata. Infatti, escludendo le entrate derivanti dall’attivazione delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette, le previsioni del quadro tendenziale del Def indicherebbero un gettito complessivo nel 2021 di circa il 4% maggiore di quello del 2020″.

Per Gaiotti i tempi del recupero dipenderanno in primo luogo dall’evoluzione del contagio, ma un ruolo essenziale avrà l’efficacia delle politiche di sostegno: “L’incertezza circa la durata dell’epidemia rende estremamente difficile la quantificazione delle sue conseguenze economiche ma tutti gli scenari indicano ripercussioni molto forti, che si estenderanno oltre il breve periodo; questa incertezza può pesare in maniera prolungata sugli investimenti e sui consumi”. Per la Banca d’Italia quindi “nell’affrontare l’emergenza e le sue implicazioni economiche e finanziarie, l’azione del governo presentata nel Def si muove lungo priorità largamente condivise, anche in sede internazionale: garantire le risorse necessarie agli interventi di contenimento dell’epidemia e alla risposta del sistema sanitario, sostenere i redditi e le famiglie, mettere le imprese in condizione di superare le difficoltà”.

Azione dello Stato per il rilancio anche dopo la crisi

“Le misure fin qui adottate appaiono appropriate nell’entità e nel disegno alla fase dell’epidemia in cui sono state varate: stanno contribuendo a contrastare le ripercussioni sulle famiglie e a evitare una crisi di liquidità delle imprese che avrebbe avuto conseguenze assai gravi”, aggiunge il Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, secondo cui “passata l’emergenza, l’azione pubblica sarà necessaria anche per assicurare il rilancio dell’economia. “È condivisibile la valutazione espressa nel Def, secondo cui l’economia avrà bisogno di un adeguato periodo di sostegno e rilancio, durante il quale politiche di bilancio restrittive sarebbero controproducenti. Allo stesso tempo, come sottolinea il Documento, non va trascurata l’elaborazione di una strategia di lungo periodo dalla quale dipende anche la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil”.

Stime sui conti pubblici dipendenti da recupero del Pil

“Ogni valutazione dell’andamento delle finanze pubbliche è fortemente dipendente dall’evoluzione dell’economia. Circa metà dell’aumento del peso del debito nell’anno in corso è dovuto all’effetto meccanico dato dalla caduta del prodotto al denominatore; la sua diminuzione prevista per il 2021 dipende dall’intensità del recupero atteso dell’attività”, dice ancora Gaiotti. “Il rapporto tra il debito e il Pil, già molto elevato prima della pandemia, aumenterà a seguito della contrazione del prodotto, dell’operare degli stabilizzatori automatici e delle necessarie misure discrezionali adottate per fronteggiare le conseguenze della crisi”.

Il punto è far ripartire la crescita: “Se riusciamo a tornare a una situazione normale saremo in grado, con un’appropriata politica di saldi primari a tornare sul sentiero della riduzione del debito”. A chi gli chiede sui rischi dell’aumento, Gaiotti spiega che “ci sono condizioni monetarie globali perché i costi dei finanziamenti resteranno bassi”.

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