Bassi tassi d’interesse e impennate della volatilità: diversificazione come regola aurea

A cura di Emilio Franco, Cfa, Vice Direttore Generale e Responsabile Investimenti Ubi Pramerica Sgr
L’estate di quest’anno è stata caratterizzata da un periodo di reflazione generalizzata delle asset class globali, con l’S&P 500 che ha raggiunto nuovi massimi storici. Anche il restringimento delle condizioni finanziarie, temuto dopo l’esito del referendum sulla Brexit, non si è realizzato e, anzi, il calo dei tassi e degli spread è stato tale da migliorare le condizioni rispetto al periodo precedente il referendum.
Il quadro macro è molto complesso e articolato, con un’elevata incertezza dipendente da fattori esogeni ai mercati e legati soprattutto alle dinamiche politiche. L’elevata correlazione fra le asset class rende necessaria una diversificazione per processi di investimento e stili di gestione, oltre a quella classica (geografica, valutaria, ecc..). All’interno di un contesto di rendimenti attesi compressi, è necessario anche ridurre progressivamente le aspettative di rendimenti assoluti. In uno scenario di inflazione estremamente bassa, però, rendimenti assoluti più bassi non implicano necessariamente rendimenti reali molto inferiori alle medie storiche.
Per quanto riguarda l’asset class obbligazionaria, la compressione dei tassi ha reso i governativi core molto cari rispetto ai valori storici e questo giustifica un posizionamento di duration inferiore al benchmark che, però, non è aggressivo, considerando le politiche monetarie espansive, il quadro di crescita modesta e le dinamiche inflazionistiche molto contenute.
Il mondo corporate investment grade, specialmente quello di area Euro oggetto degli acquisti da parte della BCE, appare più valutativamente attraente e, per questo, giustificherebbe una progressiva presa di profitto. Le emissioni corporate più attraenti sono quelle dell’investment grade americano, dei mercati emergenti e dell’high yield europeo.
Volgendo l’attenzione all’azionario, vediamo che, in termini relativi, sono proprio i mercati azionari quelli che continuano ad offrire maggiore valore; a parità di utili e di premio per il rischio, la compressione dei rendimenti rende progressivamente più attraente questa asset class rispetto alle altre. A livello geografico la nostra preferenza va all’area emergente, per la dinamica ciclica e degli utili in recupero, e, in chiave contrarian rispetto ai trend attuali, all’area Euro, dove esistono mercati molto convenienti.
Sul fronte valutario restiamo strategicamente lunghi di Dollari rispetto all’Euro, sebbene contenuta tatticamente ci aspettiamo un movimento laterale. In questa fase gli strumenti che possono consentire di catturare un premio importante di rendimento sono quelli azionari, attenuandone la volatilità per mezzo dei piani di accumulo, e le strategie multiasset e bilanciate.

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