Bce alla deriva?

Gli ultimi dati sull’economia dell’Eurozona confermano una contrazione delle principali componenti, a partire dalla produzione industriale (quella italiana di agosto ha riportato una contrazione dell’1,8% rispetto ad un anno prima) a cui si accompagna un’inflazione in allontanamento dagli obiettivi del 2% (la Germania riporta in mattinata prezzi al consumo fermi allo 0.9% annuo).

Tuttavia, queste indicazioni non hanno frenato i critici di Draghi, che avevano dissentito rispetto alla decisione approvata in consiglio di politica monetaria di riprendere gli acquisti nel quantitative easing ad un ritmo di 20 miliardi di euro al mese. Le critiche sono state particolarmente aspre per la decisione del Presidente di appoggiarsi sul voto di rappresentanti di economie più piccole (Cipro, Grecia, Irlanda, Lettonia, ecc.) trascurando le necessità espresse dai Paesi dell’Europa centrale, come Francia e Germania che invece rappresentano i primi due Paesi per PIL dell’area della moneta unica.

Il dibattito si è intensificato al punto che Sabine Lautenschlaeger, membro del comitato esecutivo, si è dimessa a sorpresa (con effetto dal 31 ottobre) per dissociarsi dall’operato della BCE – pur senza esprime pubblicamente le ragioni che hanno portato all’abbandono. La partecipazione della tedesca al board terminerà in concomitanza con l’abbandono dell’istituto di politica monetaria da parte di Draghi, ovvero il giorno prima dell’entrata in vigore del QE (1 novembre) nonché degli effetti della famigerata Brexit.

“Invero – fanno notare gli analisti di Wings Partners Sim –  i Verbali dell’ultimo comitato di settembre mostrano un consenso solo sulla necessità di lanciare stimoli monetari, pur senza trovare un consenso sulla tipologia (con un’opposizione persino al taglio dei tassi sui depositi di 10 punti base, una delle misure più convenzionali). Al momento del suo insediamento alla Presidenza la Lagarde dovrà fare in modo che si ritrovi una linea comune, in grado di essere portata avanti senza questo tipo di critiche in pubblico che danneggiano la credibilità dell’istituzione”.

“La controversia di queste settimane ha portato persino a spargere la voce di un possibile passo indietro il prossimo mese dal QE – affermano gli analisti di Wings Partners Sim – una voce che danneggia l’efficacia della misura di stimolo e ha favorito un incremento dei rendimenti dei titoli di stato.

Le dinamiche dell’Euro/Dollaro

In questo scenario l’euro/dollaro dopo aver violato al rialzo l’area di resistenza posta a 1,1000, rappresentata dal transito della parte alta del canale ribassista in essere dai massimi di giugno nonché della media mobile a 21 giorni, conferma l’impostazione al rialzo per allunghi verso area 1,1150 andando anche a ritracciare il 50% di Fibonacci dell’onda ribassista in essere da giugno nonché raggiungendo la media mobile a 100 giorni. “La view di breve viene supportata anche dalla ripresa degli indicatori di momentum nonché dall’interruzione dei massimi e minimi decrescenti. Maggiori conferme, tuttavia, si avranno solo con il ritorno dei corsi a ridosso del primo livello di Fibonacci” sostengono da Wings Partners Sim.

Il trend dimedio periodo dell’Eur/Usd

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