Bond high yield, income costante e volatilità contenuta

“Rispetto ad altre asset class, come le azioni, le obbligazioni high yield (HY) offrono rendimenti ponderati per il rischio attraenti, considerando la costanza del flusso reddituale e il profilo di volatilità inferiore. Questo, unito ai fondamentali generalmente sani, ci ha convinto a incrementare l’esposizione a questa asset class nei portafogli multi-asset di T. Rowe Price”. E’ l’analisi di Charles Shriver, Co-responsabile dell’Asset Allocation Commitee di T. Rowe Price.

I bond di classe inferiore all’investment grade (IG) hanno recuperato terreno nei primi quattro mesi del 2019, insieme agli asset rischiosi di tutto il mondo, arretrando solo di poco a maggio, in concomitanza con una correzione ben più pesante dei mercati azionari. “Ci aspettiamo che i default societari restino vicino ai bassi livelli attuali nell’arco dei prossimi 12 mesi, in un contesto di crescita economica in rallentamento, ma non di recessione. Inoltre, l’entità limitata della nuova offerta e degli afflussi recenti nell’asset class creano un contesto tecnico favorevole per le obbligazioni HY”, prosegue l’esperto.

Una fonte costante di income

Con un rendimento di circa il 7%, attualmente l’asset class dei bond HY rappresenta una fonte di income appetibile: questo flusso può fornire un contributo costante alla performance totale, che può risultare particolarmente gradito in un contesto di mercato più turbolento. Per quanto i bond HY possano essere correlati alle azioni in termini di performance, in genere hanno una volatilità dimezzata rispetto a queste ultime, sebbene il dato possa aumentare in condizioni di mercato avverse. Con le valutazioni dei mercati azionari al momento pari o superiori alle medie di lungo periodo, la remunerazione offerta dalle azioni sarà trainata più dalla crescita degli utili che dall’espansione dei multipli. Secondo le stime di consenso, la crescita degli utili negli Stati Uniti si attesterà nell’intervallo 3-6% nel 2019. Di conseguenza, le aspettative di performance per le azioni sono grosso modo sovrapponibili ai rendimenti attuali dell’HY.

Sebbene possa non esservi un’ulteriore contrazione degli spread, dato che le valutazioni dell’HY sono allineate o leggermente superiori alle medie storiche, l’income costante offerto da quest’area comporta un profilo di rischio/rendimento ragionevole.

Flussi di cassa robusti comportano tassi di default ridotti

Al momento, gli emittenti HY nel complesso presentano fondamentali solidi e sono pertanto ben posizionati per generare i flussi di cassa necessari all’adempimento degli obblighi sul debito. Nei settori legati alle commodity, gli emittenti high yield oggi sono più attenti alla solidità dei loro bilanci rispetto al 2015 e al 2016, dopo il crollo precipitoso dei prezzi petroliferi. Inoltre, impiegano il capitale in modo più disciplinato. Sebbene le commodity siano rimbalzate in termini di prezzo, gli emittenti del comparto energetico e di quello minerario e metallurgico adesso sono per lo più in grado di superare un altro crollo del prezzo del petrolio. I settori legati all’energia hanno un peso maggiore negli indici di riferimento HY che non in quelli dei bond IG, pertanto questo trend è particolarmente rilevante. A seguito di questi miglioramenti a livello dei fondamentali, il tasso di default sulle obbligazioni high yield si è fermato all’1,8% nel 2018, restando ampiamente al di sotto della media ventennale del 3,2%.

Al di là delle varie concentrazioni settoriali, l’high yield è un’asset class che offre un’esposizione più diversificata al rischio di credito individuale rispetto ad altri segmenti a reddito fisso più rischiosi come il debito dei Paesi emergenti, che viene influenzato dalle preoccupazioni degli investitori riguardo ai grandi emittenti sovrani tipo l’Argentina e la Turchia.

Un’emissione limitata sostiene il mercato

Da un punto di vista tecnico, il mercato sta ricevendo sostegno dal calo notevole dei volumi di nuove emissioni di obbligazioni HY. In termini lordi, le nuove emissioni nel 2018 sono state pari a 187,4 miliardi di dollari, un livello nettamente inferiore ai 328,1 miliardi del 2017. Anche i richiami e le scadenze riducono le opportunità disponibili in quest’area. Inoltre, il rally dell’asset class nel 2019 ha attratto consistenti afflussi verso i fondi HY nel primo trimestre. L’offerta inferiore abbinata a una domanda più robusta ha creato una carenza di titoli HY pari a 88,8 miliardi di dollari nel 2018 e 29,4 miliardi nel primo trimestre di quest’anno.

Nel complesso la qualità del credito dell’asset class è migliorata negli ultimi dieci anni, durante i quali gli emittenti saliti alla fascia BB o a un rating BB misto sono stati più numerosi di quelli finiti nella categoria CCC.

Il profilo di rischio/rendimento interessante compensa i rischi

Al di là di questi fattori fondamentali e tecnici che offrono sostegno al mercato delle obbligazioni HY, siamo consapevoli dei rischi rilevanti che potrebbero intaccare il nostro giudizio favorevole sull’asset class. Il più significativo è l’eventualità di una recessione entro i prossimi 12 mesi, innescata ad esempio da un errore della Fed – come una contrazione eccessiva dei tassi in un’economia in frenata. Anche gli attriti commerciali persistenti fra Stati Uniti e Cina potrebbero erodere la fiducia degli investitori negli asset rischiosi, inclusi i bond HY. Tuttavia, anche tenendo conto di questi rischi, le obbligazioni HY sono ben posizionate per generare rendimenti attraenti con una volatilità minore rispetto alle azioni.

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