Bond: lo sgambetto di Fitch all’Italia e le nuove emissioni governative e corporate

Gli operatori in prima battuta e i risparmiatori in seconda sono molto attenti in questa fase agli incontri ed eventi a livello internazionale che possono dare una certa fiducia nella ripresa dei mercati. Da un lato la riunione della Fed di mercoledi che ha ribadito di essere pronta ad agire con ogni mezzo per limitare gli effetti di una crisi che pone rischi considerevoli, non solo nel breve ma anche nel medio termine. Dall’altro il buon risultato sta arrivando anche dalla Bce dopo il disastroso inizio di crisi con un’imbarazzante Christine Lagarde che nell’incontro post riunione d’inizio marzo regalò 100 punti di spread ed un 7% di ribasso agli speculatori. Le ultime mosse compresa l’apertura di accettare come garanzie anche titoli non investment grade dei paesi colpiti dalla crisi pandemica, ha frenato nuovamente la speculazione.

Le agenzie di rating e il giudizio sull’Italia

Ad alimentare la speculazione invece provvedono le agenzie di rating. Se infatti l’attesa della scorsa settimana era per un’S&P che ha lasciato invariato il rating dell’Italia, con relativo commento per la situazione straordinaria che si è venuta a creare, ci hanno pensato a darci contro a sorpresa gli “amici” di Fitch, agenzia considerata minore rispetto a S&P e Moody’s, ma pur sempre importante.

Nella giornata in cui il Tesoro stava collocando in asta dei Btp di media-lunga scadenza, l’agenzia Fitch nella serata precedente ha “scoperto” l’acqua calda abbassando il nostro rating al livello più basso dell’investment grade. La mossa si spiega nel commento, come conseguenza dell’impatto del Covid-19 sull’economia italiana, attesa in contrazione di almeno l’8%, mentre il rapporto debito/pil dovrebbe crescere di una ventina di punti al 156%, dimenticando però la situazione straordinaria e gli aiuti sul debito che dovrebbero intervenire a livello europeo.

La polemica intorno alle agenzie di rating è ormai vecchia, non sono organismi internazionali “super partes”, ma società per azioni, quotate e che rispondono a precisi azionisti di riferimento. Già durante la crisi dell’euro e l’attacco contro l’Italia nel 2011 erano state oggetto di critica, e la cosa non era sfuggita a qualche Procura, con indagini per verificare le eventuali speculazioni in merito.

Detto questo sottolineerei il fatto che il “downgrade” in coincidenza dell’asta di Btp, possa essere costato al Tesoro circa 112 milioni di euro in più di rendimento offerto, visto il rialzo dello spread in quel giorno, commentandola in maniera “populista”, verrebbe da pensare che quei 112 milioni risparmiati sarebbero serviti di più a rilanciare il paese che non ad elargire un rendimento più alto dei titoli.

Non dimentichiamo in passato che le agenzie di rating sono state spesso accusate di essere molto brave ad emettere giudizi quando gli eventi erano già accaduti, come nei casi di fallimento di Lehman Brothers, Swissair o della stessa Parmalat, che fino a pochi giorni dal default erano ancora con rating “investment grade”.

Le nuove emissioni di bond governativi

Comunque le aste sono andate bene ugualmente ed il Tesoro italiano ha collocato Btp a media-lunga scadenza con rendimenti in rialzo rispetto a marzo. Nel dettaglio, la quinta tranche del Btp a 10 anni agosto 2030 è stata collocata per 3,75 miliardi, il massimo offerto, con un rendimento all’1,78%, dall’1,48% di fine marzo, il massimo da giugno 2019. In rialzo il rendimento del Bot semestrale salito allo 0.227% dallo 0.055% di fine marzo, toccando il massimo da agosto 2018.

L’attenzione del Tesoro è ora però concentrata sulla nuova emissione del Btp Italia, che avrà luogo dal 18 al 21 maggio 2020.

In primo luogo nelle note si legge che il Decreto di Emissione riporterà i provvedimenti di aumento del fabbisogno di cassa dello Stato legati all’emergenza Covid-19 alla cui copertura la presente emissione di Btp Italia intende contribuire. Questa nuova emissione arriva a pochi giorni dalla scadenza, lo scorso 23 aprile, della più grande emissione di titoli, il Btp Italia 1.65% che nel 2014 raccolse oltre 20 miliardi di sottoscrizioni. Dopo quel successo inatteso, il Tesoro dovette introdurre alcuni paletti per riportare il flusso delle richieste intorno ai 7-8 miliardi per emissione che è la media di soddisfazione stimata. Fu così introdotta dalle emissioni successive la facoltà per il Mes di chiudere anticipatamente il collocamento, dividendo le giornate per il retail e gli istituzionali con facoltà di riparto sugli ordini.

Si torna invece alle origini con questo nuovo collocamento, dove i primi tre giorni saranno interamente dedicati al retail, con una scadenza per la prima volta a cinque anni ed un premio fedeltà pari all’8 per mille (il doppio rispetto alle precedenti emissioni) per coloro che acquistano il titolo all’emissione e lo manterranno fino a scadenza, nel 2025. La raccolta è destinata al finanziamento dell’emergenza sanitaria ed economica dovuta al coronavirus.

Il nuovo Btp Italia, per il resto, presenta le stesse caratteristiche dei precedenti collocamenti: cedole semestrali indicizzate al Foi (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi), a cui si aggiunge il pagamento del recupero dell’inflazione maturata nel semestre (con la previsione di un floor in caso di deflazione, che garantisce che le cedole effettivamente pagate non siano comunque inferiori al tasso reale garantito definitivo) ed il rimborso unico a scadenza. Il tasso reale annuo minimo garantito per questa nuova emissione sarà comunicato al pubblico il giorno venerdì 15 maggio, mentre il tasso reale annuo definitivo verrà comunicato nella mattinata del 21 maggio, prima dell’apertura della seconda fase.

I nuovi corporate bond sotto la lente

In Germania continua la corsa dei land a finanziarsi sul mercato, questa settimana è la volta dello stato del North Rhine Westphalia che ha collocato 2.5 miliardi sulla scadenza a cinque anni. Il bond (codice Isin DE000NRW0ME3) è stato offerto a un rendimento di 14 punti base sul tasso midswap, cedola pari a 0%, prezzo di emissione 100.441 e rendimento negativo, -0.088%. Lotto minimo mille euro con multipli di milla e rating AA. Oltre 6.75 miliardi di euro gli ordini raccolti da 135 investitori istituzionali nella fase di collocamento del titolo.

Ancora buona l’attività sui corporate dove le aziende cercano sul mercato dei capitali la liquidità per superare il momento di crisi e rilanciare le catene produttive.

Exor, la holding della casata Agnelli-Elkan, ha collocato un bond decennale senior da 500 milioni di euro rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali, Lo scopo dell’emissione è quello di raccogliere nuovi fondi per gli obiettivi aziendali della Holding. Le obbligazioni, con un prezzo di emissione di 98.489 ed una cedola annuale del 2.25%, andranno in scadenza il 29 aprile 2030 ed hanno rating BBB+, Isin XS2159887590 e taglio da 100mil aueo con multipli di mille.

Deutsche Wohnen, una delle principali società immobiliari quotate in Europa, ha collocato un’obbligazione senior suddiviasa in due tranche da 500 milioni di euro ciascuna: la prima tranche (Isin DE000A289NE4) con scadenza 30 aprile 2025 ed un rendimento di 145 punti base sul tasso midswap corrispondente, la seconda tranche (DE000A289NF1) con scadenza 30 aprile 2030 con un rendimento di 175 punti base sul tasso midswap. Rating dell’obbligazione A3/A- e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di mille.

Wirtschafts-und Infrastrukturbank Hessen (WIBANK) ha collocato 500 milioni di euro sulla scadenza a 7 anni. L’obbligazione senior (DE000A2GSR47) ha un ammontare di 500 milioni di euro, paga una cedola annua fissa dello 0.01%, prezzo di emissione 100.372 e rendimento finale dello 0.043%, 16 punti base sul tasso midswap.   Rating AA+ e lotto minimo 100mila euro con multipli di 100mila.

A distanza di poche settimane torna sul mercato la multinazionale della birra Heineken, con 1.5 miliardi divisi sulla scadenza 2033 per 650 milioni con cedola dell’1.25% (XS2168629967) e 850 milioni all’1.75% con scadenza nel 2040 (XS2168630205). Il taglio minimo è istituzionale da 100mila euro con multipli di mille con rating Baa1/BBB+.

Tra i finanziari, Credit Mutuel Arkea ha collocato un senior preferred bond di 750 milioni di euro. Il titolo (Isin FR0013511227) paga una cedola fissa dello 0.875%, prezzo di emissione 99,629 e rendimento dello 0.93%, 112 punti base sopra la curva midswap. Oltre 2 miliardi gli ordini raccolti nella fase del collocamento, Rating A- e lotto minimo 100mila euro con multipli di 100mila.

Dal Santander è arrivato sul mercato 1.5 miliardi di euro senior non preferred con cedola del 1.375%, la scadenza è fissata al maggio 2025 con taglio minimo da 100mila euro con multipli di 100mila e rating A-/A-, Isin del titolo XS2168647357.

I nuovi bond governativi e corporate in dollari

Le Isole Filippine sono tornate sui mercati esteri ed hanno concluso con successo l’emissione di un bond in dollari per complessivi 2.35 miliardi e suddiviso in due tranche a 10 e 25 anni. Gli ordini hanno toccato i 10.5 miliardi, 4.5 volte l’importo offerto. E così Manila ha potuto tagliare i rendimenti rispetto alla guidance iniziale rispettivamente di 40 e 42.5 punti base, portandoli al 2.457% per il decennale e al 2.95% per la tranche a 25 anni spuntando le cedole più basse sinora mai fissate dal paese per queste due scadenze benchmark. A gennaio le Filippine avevano attinto ai mercati esteri con un’altra emissione da 1.2 miliardi di ollari. Per quest’anno sono previste emissioni complessive per circa 75 miliardi di euro. Rating delle Filippine Baa2/BBB+ ed Isin dei titoli rispettivamente US718286CJ41 e US718286CH84; taglio minimo da 200mila dollari con multipli di mille.

Forte attività sui corporate americani con le due big del settore “food & beverage”, Coca Cola e Pepsi che sono uscite nello stesso giorno un’offerta multitranche su varie scadenze. L’offerta di Coca Cola è stata di 6.5 miliardi di dollari spalmata cinque titoli, rispettivamente per 1.5 miliardi al 2027 con cedola dell’1.45% (Isin US191216CU25); altro 1.5 miliardi con scadenza 2030 cedola 1.65% (US191216CV08); si sale di cedola al 2.5% sulla scadenza 2040 con un miliardo di dollari (US191216CW80); ancora 1.5 miliardi con cedola del 2.6% al 2050 (US191216CX63); per finire l’ultimo miliardo ha scadenza nel 2060 con cedola 2.75% (US191216CY47). Tutti i titoli hanno performato bene e sono mediamente saliti tra i 20 e 50 centesimi dal prezzo di emissione, infatti il nome gode di ottimo rating A+ e per il taglio di tutte le emissioni sono indirizzate anche al retail 2mila dollari con multipli di mille.

Più articolato il dual tranche di Pepsi, diviso tra euro e dollaro. La parte euro ha visto 2 miliardi divisi equamente sulla scadenza 2024 con cedola 0.25% (XS2168625460) e l’altro con scadenza 2028 cedola 0.5% (XS2168625544), il taglio minimo però è di 100mila dollari con multipli di mille, poco adatto al retail. S’indirizza invece anche a questa categoria d’investitori l’emissione in dollari anch’essa per 2 miliardi divisi tra la scadenza 2023, 0.75% di cedola (US713448EY04), mentre la più lunga è al 2030 con cedola dell’1.65% (US713448EZ78). Taglio 2mila dollari con multipli di mille e rating A1/A+.

L’Arabia Saudita ha dato mandato ad alcune banche per l’emissione di un nuovo bond in euro da tenere per giugno per combattere la crisi del petrolio.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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