Borsa Italiana-Euronext, dubbi sui matrimoni tra colossi del mercato

Venerdì scorso Euronext ha ufficializzato la proposta per l’acquisizione di Borsa Italiana dal London Stock Exchange, ponendo le basi per un consolidamento transalpino e alleggerendo potenzialmente i britannici da possibili ostacoli dell’Antitrust europeo all’unione con Refinitiv.

L’operazione riflette una tendenza al consolidamento dei mercati in cui vengono negoziati gli strumenti finanziari, un processo che porta con sé diverse sfide strutturali secondo gli esperti di Spectrum Markets, mercato pan-europeo specializzato nel trading di certificates e accessibile agli investitori individuali attraverso i loro broker. Da Spectrum si evidenziano infatti alcuni dubbi e spunti da tenere in considerazione nella valutazione del recente annuncio e, più in generale, di possibili nuove nozze tra i mercati.

Le possibili criticità dell’operazione Euronext-Borsa Italiana

Chi potrà trarne davvero vantaggio? Restano aperti molti dubbi in relazione ai benefici che concretamente otterranno i vari operatori di mercato da un’operazione di tali dimensioni che ha un impatto trasversale su una molteplicità di stakeholder (broker, market maker, investitori, emittenti di prodotti, ecc.).

La capacità di innovazione subirà una forte limitazione. L’integrazione dei sistemi e delle infrastrutture dei due mercati richiederà tempo e l’attenzione si concentrerà nel liberare le potenziali sinergie derivanti dalla fusione. Ciò rallenterà certamente la capacità di innovare.

Verrà data una minore attenzione alla differenziazione. Questo genere di operazioni enfatizza il ruolo di mercati generalisti e di grandi dimensioni a scapito di operatori di nicchia, meno estesi ma specializzati in strumenti specifici, come i certificati.

• Ci sarà un’evoluzione nella struttura dei costi e del modello di business dei mercati, a seconda delle loro dimensioni?

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