Brexit, fallisce l’accordo. Oggi l’ultima possibilità?

A cura di Wings Partners Sim

L’atteso voto Parlamentare inglese del fine settimana sull’accordo per la Brexit negoziato dal Primo Ministro con l’Unione Europea la scorsa settimana ha prodotto un esito negativo, rifiutando termini della separazione che risultano ancora troppo vaghi o non soddisfacenti. Non un esito sorprendente, considerando che già venerdì il DUP (partito nord irlandese) aveva anticipato un voto contrario, con un “No” che portava il Governo a non avere più la maggioranza e condannava l’accordo.

Sebbene qualche sorpresa sarebbe potuta arrivare con il “Sì” di qualche membro dell’opposizione, l’esito era divenuto scontato al momento di votare alcuni emendamenti al punto da cancellare il voto sul “deal” nella sessione di sabato.

Si tornerà oggi a Londra a discutere, con Johnson che spera di cambiare l’orientamento di 8 parlamentari, necessari per approvare l’intesa ed evitare di tornare a Bruxelles per chiedere un nuovo rinvio.

Il così detto “Ben Act” costringeva teoricamente il Governo ad inoltrare la richiesta di proroga dei tempi oltre il 31 ottobre in caso di mancata approvazione entro la mezzanotte di sabato dell’ac-cordo, con alcune lettere che sono state inviate all’Europa ma senza la firma di Johnson, che resta dell’idea di portare avanti un hard-Brexit pur di non chiedere nuove estensioni.

Tuttavia, buone notizie vengono diffuse dal Ministro in carica per i preparativi della separazione dalla UE, che ha dichiarato la possibilità di un cambiamento dell’esito se oggi lo Speaker della Camera dei Comuni concederà di tornare a votare la legge (per la seconda volta).

Spettatori interessati gli altri Paesi del Vecchio Continente, pur dicendosi pronti a concedere un’estensione fino a gennaio-febbraio per definire meglio l’intesa con la Gran Bretagna, mentre la Germania sponsorizza un’estensione fino a giugno 2020.

Nel frattempo, salgono le preoccupazioni per un rallentamento della crescita economica cinese, con il terzo trimestre che ha mostrato un ritmo del 6% e le stime degli analisti che vedono gli ultimi tre mesi del 2019 al di sotto di tale livello. I vertici del partito si riuniranno nelle prossime settimane, con la certezza che verranno annunciate nuove misure di stimolo, con l’incertezza su modi, tempi ed entità dello stesso, per compensare gli effetti negativi del protrarsi della guerra commerciale con gli Usa.

Eur/Usd

Violata al rialzo la resistenza rappresentata dal 50% di Fibonacci dell’onda ribassista in essere da giugno nonché transito della media mobile a 100 giorni in transito in area 1,1150, con il cambio Euro/Dollaro che apre la strada a test all’ultimo livello di Fibonacci in area 1,1200.

Il raggiungimento di questo livello dovrebbe favorire l’avvio di primi storni correttivi di breve supportati anche dall’ingresso degli indicatori di momentum nell’area di ipercomprato che necessitano di un ridimensionamento dei corsi per poter consentire agli oscillatori di uscire dall’area di estremo. Non si esclude, pertanto, un ritorno delle quotazioni in area 1,1000 con l’avvio di una nuova fase laterale.

Il trend dell’Eur/Usd

 

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