Brexit, la sterlina può guadagnare ancora

“Il mio punto di vista sulla Brexit non è cambiato: il problema risiede non tanto dal susseguirsi degli eventi (che sono peraltro abbastanza statici) ma piuttosto dall’indecisione della leadership politica – commenta Charles Hepworth, Investment Director di Gam Investments – La sterlina ha raggiunto un massimo relativo a seguito della notizia dell’appoggio di Jeremy Corbyn a un secondo referendum e della disponibilità di Theresa May a votare per posticipare la scadenza di marzo, evitando il rischio di un’uscita dall’Europa senza alcun tipo accordo”.

Questo repentino cambio di posizione corrisponde al tentativo dei leader di entrambi i partiti di tranquillizzare i propri rappresentati in parlamento ed è una scelta di convenienza politica. “Per Corbyn, dichiarato sostenitore di Brexit, si tratta di un passo indietro doloroso e porta con sé la fastidiosa consapevolezza di aver dovuto accontentare i membri del partito sempre più preoccupati dalla direzione assunta dallo stesso e che stanno considerando di passare al neocostituito Independent Group” continua Hepworth.

Per May, posticipare ulteriormente la decisione, garantendo appena 23 giorni lavorativi al parlamento per decidere sulle modalità di uscita dall’Unione Europea, non si tradurrà comunque in alcuna garanzia sull’esito finale. Il mancato raggiungimento di un qualunque tipo di accordo rimane l’ipotesi meno probabile, considerato che questa opzione manca totalmente di supporto da parte del parlamento.

“Allo stesso tempo, anche l’approvazione della proposta di Theresa May appare, nella forma attuale, poco plausibile – prosegue l’esperto di Gam – Di fatto sia l’Europa che Theresa May stanno rimandando in attesa dell’ultimo voto. La speranza del primo ministro è che chi ha votato contro di lei nel primo tentativo di far passare l’accordo originale in parlamento sia così spaventato dal poco tempo a disposizione da accettare la proposta iniziale”.

Suggerire, come sta facendo, che è necessario posticipare la scadenza di alcuni mesi farà infuriare i Tory integralisti e pro-Brexit. “Si potrebbe cinicamente pensare che stia facendo leva su questa proposta per spingere i membri dell’European Research Group ad accettare la sua proposta: rimane tuttavia poco chiaro quanto sia possibile ottenere rimandando il tutto di due mesi, considerato che ne sono già passati molti e senza risultato” continua Hepworth.

“Quello che sta giocando tanto con l’Unione Europea quanto con il parlamento del Regno Unito è un braccio di ferro la cui posta in palio è estremamente alta – aggiunge Hepworth – Due settimane fa ha promesso che avrebbe concesso un voto definitivo sull’accordo entro questa settimana, salvo poi fare un passo indietro nel weekend, posticipando la votazione fino ad appena diciassette giorni prima della deadline di marzo. È sicuramente una strategia pericolosa – sempre che di strategia si tratti. Einstein ha definito la follia come il ripetere più volte la stessa cosa aspettandosi risultati diversi, e sembra che Theresa May stia facendo esattamente questo. Tuttavia, estendere la scadenza di marzo per fare un secondo tentativo non sarebbe quanto di più strano si sia visto in parlamento. C’è una probabilità, contenuta ma in crescita, che si opti per un voto popolare – attualmente viene attribuita a questa eventualità una probabilità del 33%”.

Allo stato attuale delle cose posticipare o minacciare di posticipare fino a quando il proprio accordo non sarà forzatamente approvato dal parlamento sembra l’opzione più plausibile. “La sterlina potrà anche aver raggiunto un massimo relativo recentemente, ma la nostra impressione è che nel suo valore non rifletta ancora un vero è proprio accordo, quanto piuttosto l’eventualità di una posticipazione. Crediamo che il rimbalzo di questi giorni sia stato eccessivo, e per questa ragione, finché non ci saranno informazioni concrete intorno alle quali costruire la nostra view, non intendiamo assumere una particolare posizione rispetto alla sterlina e manteniamo un’esposizione neutrale per quanto riguarda la copertura del rischio valutario in modo da proteggere le strategie a prescindere dall’esito”.

Se l’accordo verrà raggiunto in parlamento la sterlina potrebbe crescere ancora di qualche punto percentuale sul breve termine ma probabilmente invertirà successivamente il suo corso dato che l’incertezza economica del Paese sarebbe il fattore chiave per la performance della sterlina. “Crediamo che un secondo referendum porterebbe a un movimento verso l’alto molto più significativo dato che le probabilità di una vittoria del remain appaiono superiori a quelle del leave” conclude l’esperto di Gam.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!