Cambiare il concetto di gestione attiva

A cura di Andreas Utermann, CEO di Allianz Global Investors
Nel settore del risparmio gestito è consolidata l’espressione “I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri” – anche se a volte si comportano come se lo fossero. Seguendo un approccio di consulenza pro-ciclica, si può notare come spesso gli investitori scelgano fondi o strategie che hanno avuto buoni risultati in passato, piuttosto che quelli che presentano il maggior potenziale per il futuro.
Al contempo, dal momento che i prodotti di investimento passivi sono diventati popolari in un contesto di mercato rialzista prolungato nel tempo, gli investitori potrebbero ritrovarsi con alcuni investimenti non adeguati nel caso in cui le condizioni e le opportunità dei mercati cambiassero.
È il momento di interrompere questo approccio e siamo convinti che la gestione attiva sia una componente fondamentale. Siamo supportati in questa direzione dalle condizioni dei mercato che sembrano spostarsi proprio a favore della gestione attiva: forti correlazioni tra i titoli stanno iniziando a diminuire e la volatilità mostra segnali di crescita.
In questo contesto, le competenze legate alla gestione attiva sono determinanti per individuare gli elementi di  valore presenti nel mercato – si tratti di singoli titoli, settori, economie o asset class. Di fronte a una prospettiva di rendimento più contenuta per i prossimi 5-10 anni, gli investitori avranno maggiormente bisogno di strumenti in grado di gestire i patrimoni in modo molto più mirato.
Non riteniamo tuttavia che una prospettiva di mercato più sfidante sia sufficiente per dimostrare nella sua interezza l’importanza della gestione attiva e secondo noi è necessario trasformare il concetto stesso di gestione attiva.
Troppo spesso, la gestione attiva è considerata esclusivamente un lavoro di selezione dei titoli e di valutazione delle performance rispetto a un indice di riferimento. Anche se questa è una parte fondamentale del nostro lavoro, riteniamo che la gestione attiva implichi in realtà una partnership più profonda, basata e costruita fortemente nell’individuazione effettiva delle esigenze dei clienti.
In questa direzione, Allianz Global Investors ha sviluppato un toolkit di soluzioni “ad hoc” in grado di soddisfare le esigenze dei clienti e di prevedere modifiche nel lungo termine. Il toolkit ricomprende specifiche expertise sia all’interno che trasversalmente alle varie asset class, per arrivare a guidare i clienti con una gestione che sia indipendente dal prodotto. Per massimizzare l’efficienza di queste soluzioni, si parte con l’analisi dello stato complessivo generale delle esigenze finanziarie dei clienti, congiuntamente agli stessi; all’interno di tale analisi, la tempistica e il peso delle decisioni dell’ asset allocation vengono poi discrezionalmente studiate dai gestori.
La profondità di analisi e di dinamicità che caratterizza questo approccio di gestione risulterà determinate per investire con successo nel futuro, dal momento che la disruption ridefinisce il contesto di riferimento esterno.
Le nuove tecnologie – l’intelligenza artificiale, la blockchain, machine learning – stanno trasformando pesantemente le società e determinano un divario sempre più marcato tra casi di successo e non. I gestori attivi colgono attentamente i segnali del mercato e facilitano un allocazione efficiente dei portafogli di investimento per supportare gli obiettivi dei clienti, degli stakeholder e della società nel suo insieme.
Di fronte ai cambiamenti epocali, i manager passivi saranno, al contrario, relegati ad un ruolo marginale. La gestione passiva tende per definizione a concentrarsi maggiormente sui settori che hanno già raggiunto i livelli massimi nel passato e in tal senso la pro-ciclicità – ovvero la tendenza a seguire la massa o la regolarità del ciclo – potrebbe quindi rappresentare un enorme dispersione di valore.
Al contrario, i gestori attivi cercano di analizzare il futuro con determinazione e grande attenzione. Un buon esempio è il nostro approccio ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). Stiamo integrando i fattori ESG nei processi di investimento per impegnarci con le aziende che, mostrandosi più sensibili a questi temi, traguardano migliori performance.
A prescindere da tutte le considerazioni esposte, la gestione attiva deve anche dimostrarsi conveniente da un punto di vista economico e in tal senso applicare una struttura di costi innovativa e interessante per i clienti.
In questo senso abbiamo introdotto un approccio innovativo alle commissioni di performance. Il nuovo schema di “commissione di sovraperformance” prevede l’applicazione di una commissione di base bassa, paragonabile a quella di un prodotto passivo. I clienti pagano una commissione di performance “attiva” solo nel momento in cui viene conseguita una performance superiore.
I feedback già riscontrati dai clienti su tale schema di costo sono molto positivi. Non sosteniamo che il modello a costo fisso sia sbagliato a prescindere ma vogliamo fornire un’opzione nuova e diversa ai clienti, in modo che si sentano anche maggiormente coinvolti nel processo di investimento.
Mentre le commissioni fisse incentivano infatti la crescita degli asset in gestione, il passaggio a uno schema di fee più variabile e legato alle performance, tende a limitare la dimensione dei fondi. In questo modo, è più agevole massimizzare il potenziale alfa del fondo e restare concentrati sulla condivisione del valore con i clienti.
Il nostro obiettivo consiste nel far sì che i clienti comprendano il ruolo dei gestori nella individuazione e nelle modalità in cui apportano valore.
L’industria dell’asset management deve riconquistare la fiducia dei propri clienti e stakeholder. I gestori attivi possono svolgere un ruolo determinante in tutto ciò, condividendo il percorso di investimento dei clienti nel lungo termine, aggiungendo valore in modo economicamente efficiente – anche attraverso schemi di costo innovativi – e rimanendo concentrati nella ricerca delle prossime grandi opportunità del futuro.

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