Cina, crescono surplus commerciale ed export di alluminio

A cura di Wings Partners Sim

I dati sull’occupazione statunitense, pubblicati venerdì scorso, sono stati nel complesso in linea con le aspettative, a partire dalla creazione di 164 mila nuovi posti di lavoro nel mese di aprile. Il risultato è al di sotto delle 189 mila unità attese ma la mancanza è stata recuperata da una revisione al rialzo del consuntivo di marzo di 32 mila unità. La crescita dei salari è stata dello 0,1% su base mensile, un decimo di punto sotto le previsioni, mentre il tasso di disoccupazione è calato di due decimi al 3,9%. La reazione dei mercati è stata un apprezzamento del dollaro contro euro che ha portato il cambio al test di area 1,19, livello di supporto tecnico dei minimi di metà gennaio.

Diffusi oggi, invece, i dati sulla bilancia commerciale cinese per il mese di aprile, guardati con grande attenzione anche da Washington per valutare l’impatto dei dazi sulle esportazioni di Pechino. Tuttavia lo scorso mese non sembra esserci stato un risultato negativo, dato che la Cina ha riportato un surplus commerciale di 28,78 miliardi di dollari, superiore ai 24,7 attesi dal mercato, con un incremento dell’export del 12,9% annuo (atteso +6,3%), benché anche l’import sia salito significativamente (+21,5%).

L’aumento delle merci in ingresso evidenzia uno stato solido per i consumi interni, che dovrebbe essere il motore per la crescita del PIL nel suo complesso. Quasi l’80% del surplus commerciale cinese deriva dagli scambi con gli Stati Uniti, con la trattativa intavolata la scorsa settimana che non sarà resa più facile da que-sto dato, aprendo la possibilità dell’imposizione di dazi su 150 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina a partire dal 22 maggio. Da considerare però anche la possibilità che proprio il rischio dell’imminente imposizione di costi aggiuntivi abbia portato alcuni esportatori ad anticipare le vendite, prevedendo una riduzione del giro di affari dal prossimo mese.

I dati sulle esportazioni cinesi di alluminio hanno poi evidenziato un risultato inatteso, un incremento dell’export nonostante l’entrata in vigori di dazi del 10% a partire dal 23 marzo. Possibile infatti che l’incremento di prezzi e premi sul metallo, registrato negli USA proprio a causa di tali dazi (oltre alle sanzioni sulla Rusal), continuando a rendere profittevole le vendite oltreoceano per i produttori cinesi. In mattinata le quotazioni del metallo leggero estendono un rialzo avviato la scorsa settimana, raggiungendo quota 2.350 dollalri nonostante il rafforzamento del dollaro incentivi le vendite, con un valore in euro base tre mesi che raggiunge quota 1.960.

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