Cina e Brexit pesano sui mercati

I dati provenienti dalla Cina rafforzano i timori che un accordo commerciale, che pure sembra sempre più lontano, non sarebbe sufficiente per ridurre il rischio di deflazione nel Paese. L’indice dei prezzi al consumo continua ad attestarsi al di sotto dei livelli previsti.

“Le trattative commerciali a Pechino stanno giungendo al termine senza un accordo definito – spiega Paul Flood, gestore multi-asset di Newton IM (BNY Mellon) – L’Amministrazione USA potrebbe rimandare la deadline di inizio marzo di altri 60 giorni ma, secondo i commenti più recenti, anche questa ipotesi potrebbe svanire, perché i negoziati sono in stallo sul tema delle riforme strutturali che secondo Trump devono essere parte di qualsiasi vero deal”.

I dati deboli dalla Cina e l’impasse sulle trattative hanno affossato la fiducia degli investitori. I mercati asiatici hanno perso alcuni dei forti rialzi registrati la settimana scorsa. Il rush degli investitori verso i titoli emergenti, cui abbiamo assistito da inizio anno, potrebbe facilmente invertirsi.

“Nel frattempo, i politici inglesi continuano a giocare al conto alla rovescia con l’economia britannica, votando contro la nuova versione del piano del Primo Ministro sulla Brexit. È sempre più evidente quanto sia difficile trovare una linea comune nella trattativa con l’UE e, stante il caos in cui versa il lato britannico, è improbabile che i negoziatori europei avvertano il bisogno di smuoversi dalle proprie posizioni” conclude l’esperto di Newton Im.

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