Cina, nel breve niente stimoli monetari su larga scala

Mentre in Europa infervora la disputa sugli Eurobond, in Cina gli analisti economici sono convinti che la Banca Centrale Cinese (PBoC) non si unirà questa volta agli altri Paesi del mondo e non scatenerà quindi stimoli monetari su larga scala nel breve periodo.

Nonostante queste aspettative, gli investitori scommetto comunque sul mercato cinese contribuendo all’inizio del trend rialzista dei titoli di Stato del paese asiatico. I mercati finanziari cinesi hanno così registrato il maggior incremento degli ultimi due mesi, con l’indice sul sentiment del mercato azionario cinese che si è attestato sui livelli massimi dell’ultimo mese.

Gli operatori stanno cosi scontando le attese per manovre espansive che molto probabilmente non si verificheranno, forti di alcuni semplici sostegni effettuati a sorpresa dalla banca cinese, come la riduzione della quantità di liquidità che le banche dovranno mantenere come riserva. Manovra che infatti potrebbe lasciare più spazio ai finanziatori per abbassare il costo d’indebitamento che grava sulle imprese e sulle famiglie.

Nel frattempo, anche lo yuan si rafforza e i prezzi dell’oro si mantengono costanti sui massimi in zona $1.650 l’oncia, mentre la forza del dollaro ha contrastato l’avversione al rischio causata da un indebolimento dell’ottimismo, a causa di un tasso di mortalità costantemente alto negli Stati Uniti.

L’incertezza continua, infatti, a pesare sulla propensione al rischio, il che favorisce l’apprezzamento di tutti i beni rifugio, di cui l’oro ne è il principale protagonista. Tra gli altri beni rifugio, sia il palladio che il platino hanno guadagnato rispettivamente lo 0,9% e il 0,27% durante le contrattazioni di ieri, mentre l’argento registra un deprezzamento dello 0,2%, ma solo dopo aver testato un livello di massimo relativo delle ultime tre settimane.

A cura di Wings Partners Sim

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