Cinque motivi per continuare ad avere fiducia nella Cina

La pandemia del coronavirus sta pesando notevolmente sull’economia e sui mercati dei capitali globali, determinando incertezza e un diffuso panico tra gli investitori. Ecco di seguito un bilancio della situazione e del perché vale la pena continuare adavere fiducia nel mercato delle A-share cinesi secondo Nicholas Yeo, responsabile azionario Cina di Aberdeen Standard Investments.

1.Condizioni migliori

La Cina è diventata un’esperta nel gestire le crisi: è riuscita infatti a contenere l’epidemia di COVID-19 in una sola provincia (Hubei), risparmiando la popolazione delle grandi città come Shanghai, Pechino, Guangzhou e Shenzhen dal peso di questa pandemia. La risposta della leadership cinese è stata rapida, decisa ed efficace, non esitante come quella dei governi di altri Paesi, pertanto la Cina presenta ora condizioni migliori rispetto al resto del mondo.

Inoltre, la People’s Bank of China ha dato priorità alla gestione tempestiva della liquidità piuttosto che a un importante taglio dei tassi, utilizzando misure mirate come le agevolazioni fiscali a sostegno dei settori più sotto pressione.

Il suo approccio misurato aiuta a spiegare la relativa sovraperformance dell’indice MSCI China A Onshore. Inoltre, nel mezzo della guerra dei prezzi del petrolio, vale la pena notare che il settore energetico rappresenta solo l’1,5% dell’MSCI China A Onshore1. In altre parole, il mercato delle A-share è meno soggetto all’andamento del prezzo del petrolio e meno rischioso di molti importanti mercati del mondo.

  1. Ritorno al lavoro

Lentamente ma inesorabilmente i cinesi stanno tornando al lavoro, mentre altre nazioni si trovano ancora in varie fasi del lockdown. Le autorità hanno gradualmente annullato il lockdown nella regione dell’Hubei. Con la ripresa della produzione nelle fabbriche e il ritorno al lavoro dei lavoratori migranti, in Cina si registra un aumento del costo nella logistica del trasporto merci, che indicano la movimentazione delle merci nell’economia, nonché dei consumi. Questo sottolinea come la rapidità della risposta dei leader cinesi abbia permesso alla nazione di rimettersi rapidamente in piedi.

  1. Stimoli

La Cina ha risposto rapidamente dopo il Capodanno lunare con un’iniezione di liquidità nel sistema bancario, che ha contribuito a sostenere i volumi di mercato e la partecipazione degli investitori retail. Più di recente la People’s Bank of China (PBoC) ha reso più rapida la disponibilità del credito, riducendo la quantità di liquidità che le banche devono accantonare come riserva, in linea con l’approccio mirato del Paese in merito agli stimoli. Si prevedono ulteriori misure fiscali e amministrative per sostenere la ripresa delle normali attività, tra cui tagli ed esenzioni fiscali nonché prestiti a basso costo.

Finora la risposta della PBoC è risultata meno aggressiva rispetto ad altre banche centrali globali, che hanno agito per stabilizzare i mercati ma sono a corto di risorse monetarie convenzionali. La Cina, per contro, non ha ancora utilizzato tutte le sue riserve fiscali e monetarie, pertanto presenta un maggiore potenziale di stimolo a favore dell’economia.

  1. Relativo isolamento

Con l’evolversi delle esigenze della popolazione cinese, le autorità politiche e monetarie del Paese sono passate dal dare priorità assoluta alla crescita economica, attraverso la produzione industriale e le esportazioni, all’incoraggiare l’espansione autosufficiente attraverso i consumi interni e i servizi. Questi ultimi rappresentano oggi più del 50% della crescita del PIL della Cina, la cui economia è alimentata dall’urbanizzazione, da una popolazione sempre più ricca e da un enorme mercato interno. È qui che gli investitori possono prevedere una crescita strutturale continua. La maggior parte dei clienti e delle catene di fornitura delle società orientate al mercato interno hanno sede in Cina, quindi il grosso dei loro ricavi e costi è calcolato in renminbi. Tali società dipendono pertanto più dalla domanda interna che da quella esterna, il che indica la sostenibilità della crescita dei loro utili nonché il loro relativo isolamento durante le fasi recessive della crescita economica globale.

  1. Consumi premium

La nostra tesi di investimento a lungo termine rimane immutata. La Cina rappresenta oggi la seconda potenza economica mondiale. L’aumento della ricchezza e del tenore di vita determina nel Paese un rapido passaggio a beni e servizi di maggior valore. In tale contesto è fondamentale individuare le società in grado di attingere a questi crescenti redditi disponibili. I 380 milioni di millennial cinesi continueranno a guadagnare e spedere più di quanto abbiano mai fatto i loro genitori. Questo maggiore potere d’acquisto fa crescere la domanda di prodotti premium, dagli elettrodomestici alle auto, fino agli alcolici di fascia alta. Osserviamo inoltre una domanda strutturale di prodotti assicurativi e di pianificazione patrimoniale, ossia beni e servizi richiesti con l’aumentare del livello di ricchezza. A nostro avviso, gli investitori devono quindi concentrarsi sulle prospettive dei consumatori cinesi, soprattutto nella fascia premium.

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