Clabo continua a correre nonostante le tensioni Usa-Cina

Non capita tutti i giorni che un titolo a Piazza Affari chiuda in rialzo del 18,5%, senza peraltro essere stato fatto oggetto di qualche offerta d’acquisto o essere al centro di operazioni straordinarie. E’ successo ieri a Clabo, produttore di Jesi di arredi per gelaterie e bar (banconi refrigerati e vetrine espositrici) quotato sull’Aim Italia dal 2015, il cui Cda ha esaminato i risultati dei primi tre mesi dell’anno, chiusi in forte crescita.

I risultati di Clabo

Al netto degli effetti di operazioni straordinarie che avevano caratterizzato il primo trimestre dello scorso anno, Clabo ha i visto i ricavi rimanere sostanzialmente stabili a 13,5 milioni, mentre l’Ebitda è aumentato del 33% a 1,8 milioni, con una marginalità salita al 13,3% (+330 punti base). L’Ebit è a sua volta passato da 0,56 milioni a 0,95 milioni, mentre l’utile netto è più che triplicato a 0,45 milioni.

Buone notizie anche sul fronte dell’indebitamento finanziario netto, calato a 23,1 milioni dai 23,9 milioni del 31 dicembre scorso, e dal portafoglio ordini, aumentato del 14,8% rispetto a 12 mesi prima a 6,2 milioni. Col risultato di ieri la capitalizzazione di Clabo, che lo scorso anno aveva beneficiato come molte “piccole” di Piazza Affari degli acquisti da parte di fondi Pir, raggiunge i 17 milioni di euro.

I giudizi degli analisti su Clabo

Per gli analisti, che segnalano l’incremento dei volumi di scambio su Clabo (da una media di 25 mila a quasi 63 mila pezzi al giorno), in linea con la prossima esecuzione di una operazione straordinaria come il deliberato aumento di capitale per 4,9 milioni di euro (da eseguirsi entro il 31 luglio prossimo), la situazione é molto positiva, con un’inversione rialzista di medio periodo e il passaggio da una fase ribassista, seguita appunto al diradarsi degli investimenti da parte di fondi Pir, ad una rialzista di breve periodo.

Clabo dal punto di vista dell’analisi tecnica

Ulteriori conferme della situazione positiva di breve e medio periodo é data dal fatto che il prezzo ha superato sia la media mobile a breve sia quella a lungo termine. Col titolo che ieri ha chiuso a 1,99 euro per azione, i prossimi obiettivi sono indicati in area 2,18 euro con possibile estensione sino a 2,24 euro; al ribasso i primi supporti sono segnalati in area 1,86-1,83 euro e poi a 1,74 euro per azione.

I fondamentali di Clabo

Dal punto di vista fondamentale la società per ora è seguita solo da IR Top Research, che ha avviato la copertura sul titolo lo scorso 4 aprile indicando un target price ante aumento di capitale di 3,13 euro per azione. La società, ricordano gli analisti, ha una gamma di oltre 1.100 modelli, è leader di settore con oltre 20 brevetti relativi alla tecnologia della conservazione e della “catena del freddo” e realizza poco meno del 70% del suo giro d’affari all’estero, risultando dunque un’autentica “multinazionale tascabile” che ha saputo sfruttare la domanda mondiale dei suoi prodotti per crescere nel triennio 2015-2018 al tasso medio annuo del 28% raggiungendo i 55 milioni di giro d’affari pro forma nel 2018.

Il contesto di mercato in cui si muove Clabo

Per questo il titolo ha sofferto nei momenti di maggiore tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina (paese dove Clabo ha un suo impianto, così come in Germania e Brasile oltre che in Italia, ndr) e per questo potrebbe beneficiare del raggiungimento di una definitiva intesa tra i due paesi che eviti una guerra di dazi. Un rimbalzo delle quotazioni riallineerebbe anche i multipli attorno ai quali quota attualmente il titolo, che prima del balzo di ieri apparivano a sconto di circa il 47% in termini di Ev/Ebtida e del 36% in termini di P/E rispetto alla media dei concorrenti del settore della refrigerazione.

A cura di Luca Spoldi, Certified european financial analyst, ceo di 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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