A cura di Mazziero Research
Lo spread fra grano e mais ci segnala in modo inequivocabile un cambio della dinamica nei prezzi degli agricoli, modificando in modo incisivo la futura evoluzione delle quotazioni. Superando il livello di equilibrio di 150 e muovendosi velocemente verso 200, lo spread indica un aspetto che non si vedeva da diverso tempo: l’abbondanza di frumento sta lasciando posto a un mercato più sottile, che potrebbe a un certo punto diventare addirittura vulnerabile qualora alcuni avvenimenti climatici dovessero assumere livelli estremi.
Al momento non sappiamo se lo spread fra grano e mais resterà per un po’ di tempo appena al di sopra del livello di equilibrio, come è successo tra il 2014 e il 2015, o si amplierà notevolmente avvicinandosi a valori estremi, come è accaduto tra il 2007 e il 2008 (si veda il grafico), certamente è abbastanza plausibile che da qui in avanti la dinamica dei prezzi sarà più volatile, ma anche più robusta rispetto a quella del mais. E tutto ciò accadrà con ancor più vigore in Europa dove le quotazioni del Matif già evidenziano una notevole spinta rialzista, che nel contempo traina anche il mais.