Commodity, gli aumenti dei prezzi guidano il profit taking

A cura di Etf Securities

I prezzi dell’argento guadagnano il 13.5% il mese scorso, determinando il più ampio profit taking da settembre 2014. I deflussi dagli ETP sull’argento sono stati pari a 80.7 milioni di dollari americani la scorsa settimana, dopo la rincorsa del prezzo dell’argento nei confronti dell’oro nel mese passato. L’oro: il silver ratio è diminuito da 84, il livello di gennaio, a 72 la scorsa settimana. Il ratio rimane ancora elevato se paragonato alla media storica del decennio passato, inferiore a 60, indicando ulteriore potenziale per una rincorsa. Oltre il 55% della domanda del metallo viene dalle applicazioni industriali e riteniamo che un rialzo ciclico sia un elemento positivo per l’argento.

Gli afflussi sugli ETP sull’oro sono stati pari a 52.1 milioni di dollari americani, in parte hanno bilanciato i deflussi della settimana precedente. Il profit-taking dalla settimana precedente è sembrato prematuro, dopo che oggi l’oro ha raggiunto i 1300 dollari americani all’oncia (dai 1233 della scorsa settimana). Gli aumenti della scorsa settimana hanno rispecchiato la retorica ancora da colomba della Federal Reserve americana  e la fiducia in calo degli investitori per quanto riguarda la gestione economica del Giappone.

Gli afflussi sul platino raggiungono il livello maggiore da novembre 2014. Dopo i deboli flussi delle quattro settimane precedenti, gli investitori sembrano più ottimisti sul platino, con afflussi pari a 43.2 milioni di dollari americani. E’ probabile che si verifichi un deficit di forniture per il quinto anno consecutivo, poiché gli investimenti nelle attività estrattive rimangono contenuti e la domanda del metallo aumenta con l’incremento degli standard sulle emissioni (la maggiore fonte della domanda proviene dalle attrezzature per la diminuzione dell’inquinamento).

Terza settimana consecutiva di deflussi dagli ETP sul petrolio, il Brent aumenta dell’8.1% in una settimana. La produzione americana continua a diminuire e la crescita della produzione dell’OPEC si avvicina al limite: due fattori che hanno favorito l’aumento dei prezzi del petrolio. Nel suo piano “Vision 2030”, l’Arabia Saudita ha affermato di voler diminuire la dipendenza della propria economia dal petrolio. Se proseguisse nel suo piano, il Paese potrebbe non espandere la capacità produttiva in modo aggressivo, come nel passato, limitando forse la quantità di petrolio che probabilmente verrà estratta dal Paese. Il blackout elettrico, l’iperinflazione e le ferie forzate dei lavoratori potrebbero determinare una ripresa delle interruzioni nell’estrazione di petrolio in Venezuela, limitando le forniture nel breve periodo.

Una diminuzione del 4.1% nei prezzi del grano ha determinato acquisti, spinti dalla ricerca di affari, per 5.2 milioni di dollari americani. Il grano invernale americano procede bene e l’attuale condizione del grano sembra migliore rispetto a quella dello stesso periodo lo scorso anno: il prezzo è quindi diminuito la scorsa settimana. Gli investitori sono stati attratti da questo calo e i flussi registrati la scorsa settimana sono stati i più forti da luglio 2015.

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