Coronavirus, ecco le aziende quotate che restano attive col nuovo decreto

Alla luce del nuovo decreto che restringe il numero di attività produttive che rimangono operative in Italia al fine di contenere la diffusione del coronavirus, gli analisti di Equita hanno fatto il punto della situazione delle aziende principali maggiormente esposte in termini di capacità produttiva nel nostro Paese, in particolare su quelle che dovrebbero proseguire l’attività.

StM: circa il 40% della produzione front end si concentra in Italia (ad Agrate e Catania). Gli impianti dovrebbero fermarsi.
Interpump: il 50% circa della capacità produttiva è basato in Italia. Gli impianti dovrebbero fermarsi.
De’ Longhi, Elica, Sabaf (che hanno rispettivamente circa il 10-15%, 30%, 40% della produzione in Italia). Gli impianti si fermeranno.
Piaggio: produce circa il 50% in Italia. Gli impianti saranno fermati.
Settore lusso: produzione prevalentemente in Italia (eccetto Moncler, per la quale gli analisti stimano circa l’80% nell’Est Europa). Gli impianti dovrebbero fermarsi.
EssilorLuxottica: circa il 40% della produzione di montature è in Italia. Gli impianti sono autorizzati a proseguire, ma l’azienda ha annunciato la fermata (forse con l’eccezione di logistica e laboratorio lenti).
Saes: circa il 33% della produzione in Italia. Gli impianti di Lainate e Avezzano (Getters, Sma) dovrebbero fermarsi mentre Roncello (8% della produzione, in particolare packaging) resta operativo.
Giochi: sospesi lotto, Superenalotto, gaming machine e scommesse sportive (anche online). Sono ancora distribuibili 10&lotto e WinForLife (ma con monitor spenti) e Gratta&Vinci.
Ima: circa il 60% della produzione è concentrato in Italia. Gli impianti dovrebbero proseguire l’attività dato che sono legati alle filiere di food e farma.
Zignago Vetro: circa il 75% della produzione in Italia. Gli impianti dovrebbero proseguire l’attività dato che sono legati alle filiere F&B e sono a ciclo continuo. Da verificare la profumeria (circa il 10% italia) che comunque se interrotta stimiamo possa essere prevalentemente convertita a F&B per il periodo dell’emergenza.
Danieli: quasi tutta la produzione di Abs (40% del fatturato) e alcuni degli impianti della divisione plant-making hanno sede in Italia. Gli analisti ritengono che siano tra gli impianti che possano rimanere aperti.
Nexi: il 100% delle operazioni si svolge in Italia. Opera nel settore finanziario quindi rimane operativa.
Eni, Saras: gli impianti rimangono operativi.
Sicit: gli impianti rimangono operativi.

Banche, dalla Bce maggiore flessibilità per l’assorbimento di nuovi Npl

La Banca Centrale Europea ha annunciato venerdì una serie di misure prudenziali per le banche – aggiuntive rispetto a quelle presentate lo scorso 13 marzo – che introducono maggiore flessibilità nel trattamento dei nuovi Npl e sospendono temporaneamente alcune regole.

Queste le novità principali introdotte dalla Bce, riportate anche in questo caso dagli analisti di Equita.
Flessibilità nella classificazione dei nuovi Utp quando le banche attivano garanzie pubbliche previste specificamente da iniziative per combattere il Covid-19. E’ ragionevole immaginare che l’esposizione alle imprese nei confronti delle quali è attivata la garanzia pubblica vengano mantenute nello status di performing e/o forborne performing, con accantonamenti ridotti (5% contro il 45% per gli Utp standard).
Trattamento di favore sui nuovi Npe coperti da garanzia pubblica nella definizione dello stock di accantonamenti, indicazione che sembra prevedere la sospensione del calendar provisioning (100% di coverage in 3/9 anni per le posizioni unsecured/secured originate da aprile 2019).
Flessibilità nella definizione delle strategie di riduzione dello stock di Npe (target “informale” del 5% al 2022-23).
Autorizzazione a sospendere gli aggiornamenti che introducono prociclicalità sul capitale (Eba guidelines) e sugli economics (Ifrs9).

In base ai calcoli di Equita, la sospensione temporanea del calendar provisioning equivale a sterilizzare 51 punti base di assorbimenti patrimoniali al 2022 (di cui 10 punti base nel 2020) mente il rinvio delle Eba guidelines dovrebbe permettere di evitare diluzioni cumulate di Cet1 pari a 76 punti base al 2022 (di cui 31 punti base nel 2020).

In totale quindi le nuove iniziative annunciate consentono di sterilizzare 127 punti base di riduzioni di Cet1, che equivalgono a un risparmio patrimoniale di 13 miliardi e permettono di fare fronte a un aumento del default rate medio al 2,6% (34 miliardi di nuovi Npe).

Sommando queste misure a quelle annunciate la settimana scorsa (temporaneo utilizzo del Ccb), la Bce ha concesso flessibilità su circa 47 miliardi di capitale consentendo di assorbire temporaneamente, cioè senza ricorrere ad aumenti di capitale, un aumento mostruoso in termini di flusso di nuovi Npe (117 miliardi rispetto a uno stock 2020 di 102 miliardi): è come se le banche potessero assorbire il raddoppio dello stock di Npe rispetto al dato di fine 2019.

L’andamento dell’Ftse Italia Banche negli ultimi tre mesi

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