Coronavirus, ora serve maggiore selettività sui mercati emergenti

A cura del Team di gestione di Raiffeisen Capital Management

Quando il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) ha iniziato a diffondersi rapidamente in tutto il mondo, la calma mostrata da molti operatori finanziari è stata sostituita dal panico. I mercati azionari sono crollati in tempi record, è iniziata la fuga di capitali dai Paesi emergenti e persino i mercati altamente liquidi (come, ad esempio, i titoli di Stato Usa) hanno temporaneamente subito notevoli distorsioni.

Interi settori ed economie in tutto il mondo stanno vivendo una paralisi senza precedenti a seguito delle misure statali per contenere la pandemia. L’ulteriore sviluppo dei tassi di infezione e di mortalità, nonché la durata e la gravità delle contromisure sono per ora i fattori decisivi che influenzeranno i mercati finanziari. A seconda dello scenario ipotizzato, le valutazioni dei corsi delle azioni e delle obbligazioni di molti Paesi emergenti appaiono da interessanti a molto convenienti o presentano ancora notevoli rischi al ribasso. Ci si può aspettare una ripresa duratura solo quando sarà prevedibile la fine dello stato di emergenza economico.

La pandemia causata dalla diffusione del virus Covid-19 al momento sta tenendo in pugno il mondo più di qualsiasi altro evento dalla fine della seconda guerra mondiale. La chiusura su vasta scala di impianti di produzione, di strutture pubbliche e i divieti di circolazione per intere regioni sono ormai una realtà quotidiana in decine di Paesi. In Cina, invece, l’economia e la vita pubblica al di fuori della provincia più colpita dell’Hubei sembrano lentamente tornare alla normalità. Le contromisure adottate dalle autorità in tutto il mondo per contenere la pandemia sono senza precedenti nella storia, l’impatto economico che ne risulta è grave. I governi stanno contrastando questa situazione con enormi pacchetti fiscali, così come le banche centrali con massicci aiuti di politica monetaria.

Azioni, obbligazioni e valute dei Paesi emergenti sotto forte pressione

Nel rapido sell-off globale, l’indice azionario Msci Emerging Markets ha, in alcuni casi, addirittura tenuto meglio dell’indice dei mercati sviluppati, ciò è dovuto soprattutto alle performance ancora relativamente buone delle azioni cinesi. I forti deflussi di capitali e le crescenti preoccupazioni sulle conseguenze a lungo termine della pandemia hanno messo sotto forte pressione non solo le azioni ma anche le obbligazioni e le valute dei paesi emergenti. Il premio di rendimento medio delle obbligazioni in valuta forte dei mercati emergenti rispetto ai titoli di Stato Usa è salito a oltre 700 punti base (7%).

Quanto pesa il crollo del prezzo del petrolio

I prezzi del petrolio e dei metalli industriali sono crollati massicciamente, il che mette molti Paesi esportatori di petrolio e di materie prime davanti a ulteriori problemi. Tuttavia, il crollo del prezzo del petrolio non è solo dovuto alla pandemia. L’Arabia Saudita ha iniziato una guerra dei prezzi dopo il fallimento delle trattative su un nuovo taglio della produzione di petrolio nell’ambito dell’Opec+.

Effetto carenza sul dollaro

Allo stesso tempo, le drastiche distorsioni economiche globali, i deflussi di capitali e l’aumento dei finanziamenti necessari ovunque hanno fatto rinascere un problema che ci accompagna da un decennio: una carenza globale di liquidità in dollari. Con gli enormi, nuovi programmi fiscali del governo Usa, che devono pur essere finanziati, sono necessarie grandi quantità di dollari in più. Anche per questo, la banca centrale USA ha annunciato acquisti di titoli di Stato praticamente illimitati e, analogamente al 2008/2009, ha creato linee di swap in dollari per centinaia di miliardi di dollari per le banche centrali di tutto il mondo. Resta da vedere se ciò attenuerà sufficientemente il problema.

Per il momento, il dollaro Usa dovrebbe rimanere forte e il percorso di minor resistenza dovrebbe continuare a mantenersi al rialzo. Come per quasi tutti i settori dell’attuale crisi, anche qui vale il concetto: “Più a lungo dura l’attuale situazione eccezionale, più i problemi di liquidità si trasformeranno in problemi di solvibilità”. Pertanto, anche se la pandemia dovesse placarsi abbastanza rapidamente, nei prossimi trimestri ci potrebbero anche essere dei default delle obbligazioni in valuta forte nei paesi emergenti, non solo delle società, ma anche dei Paesi. Resta quindi importante una selezione accurata dei titoli.

 

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