Coronavirus, verso sospensione dei mutui. Le prospettive a medio termine

“Vanno tempestivamente adottate tutte le disposizioni per affrontare l’impatto economico sui lavoratori sulle famiglie e sulle imprese, per questo il governo chiede di autorizzare uno scostamento rispetto agli obiettivi di finanza pubblica per un importo fino a 20 miliardi di euro pari all’1,1% del Pil in termini di indebitamento netto, che corrispondono a circa 25 miliardi per competenza e cassa”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione sulla richiesta di finanziare in deficit le misure anti-coronavirus.

Il decreto sulle misure economiche per l’ emergenza coronavirus sarà varato “venerdì” e sarà da “12 miliardi”, ha specificato Gualtieri in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Tecnicamente è un’autorizzazione del Parlamento a stanziare fino a 20 miliardi in termini di indebitamento, 25 miliardi in termini di stanziamento. Il livello di deficit dipende da quanto effettivamente sarà impiegato. La prima misura impiegherà la metà di queste risorse, l’utilizzo dell’altra metà dipenderà anche da eventuali risorse europee. E’ ancora presto dire il livello di deficit che verrà raggiunto”.

Nel decreto anti-coronavirus “ci sarà una semplificazione procedurale per la sospensione dei mutui prima casa fino a 18 mesi in caso di riduzione o sospensione dell’orario di lavoro – fondo Gasparrini – e inoltre sospendiamo le rate di mutui e prestiti bancari” anche con “parziale sostegno di garanzia statale”, ha detto Gualtieri.

Fra le misure previste ci sarà inoltre “un congedo parentale speciale per tutte le famiglie italiane e in alternativa la possibilità di usare un voucher per babysitter“, ha detto il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo a Palazzo Chigi.

Mutui, le prospettive a medio termine

L’emergenza coronavirus sta prolungando la propria durata ben oltre quello che ci si era aspettati in un primo momento e di conseguenza si inizia a pensare a quali potranno essere le conseguenze sul mercato immobiliare e sulla domanda di mutui. A tracciare le prospettive a medio termine è il sito specializzato Idealista.it, che ha sentito i pareri di Maurizio Liuti di Crif e Roberto Anedda di MutuiOnline.

“La situazione è cambiata e ciò lascia aperte delle riflessioni su quella che sarà l’evoluzione a marzo, che sarà un mese importante per verificare l’andamento della propensione dei consumatori verso l’acquisto di casa e l’accesso al mutuo”, dice Maurizio Liuti, Direttore Relazioni Esterne di Crif. “Per ora i dati sui prestiti finalizzati, collegati ai beni durevoli e più reattivi ad altre forme di credito come i mutui, hanno mostrato nella prima settimana di marzo che i dati delle tre regioni più colpite hanno fatto girare in negativo l’intero comparto. Marzo sarà quindi la vera cartina di tornasole per una eventuale conferma di questo tipo di trend”.

“È complesso valutare ora perché, se da un lato l’emergenza avrà senz’altro delle conseguenze, dal punto di vista di tassi e offerte la situazione vede tassi ai minimi e offerte vantaggiose”, spiega Roberto Anedda, responsabile marketing di MutuiOnline. “Al momento non tanto l’Euribor che è vincolato ai tassi Bce, ma gli Irs, che hanno maggiore spazio di movimento, soprattutto per quanto riguarda le durate lunghe, 20-30 anni, che riguardano i due terzi dei mutui totali sono a zero. Quindi anche i tassi fissi segnano nuovi minimi con le migliori offerte per un mutuo a tasso fisso che partono da 0,50% sui 20 anni e da 0,70% sui 30 anni, e le banche seguono a ruota”.

Gli ultimi dati disponibili sui mutui

“Secondo l’ultimo barometro Crif – osserva Liuti – da ottobre in poi c’è stato un rimbalzo delle richieste di mutui e surroghe molto forte e febbraio è stato in scia a questa tendenza, anche nelle tre regioni più condizionate fin dall’inizio dall’emergenza coronavirus, che non hanno mostrato segnali di flessione. In linea generale infatti i mutui hanno un comportamento meno reattivo alle circostanze esogene: mentre si può aspettare a cambiare il telefonino, per esempio, l’acquisto di una casa è pianificato con un orizzonte temporale più ampio. Quindi in febbraio non si sono notate reazioni; quando avremo i dati di marzo vedremo se tutto ciò sarà confermato”.

“Per quanto riguarda i livelli di richieste di preventivi online a gennaio e febbraio – conferma Anedda – abbiamo registrato una crescita annua, anche nel momento in cui si è iniziato a percepire l’allarme del coronavirus. Crescita che peraltro si è tutt’altro che fermata anche nelle tre regioni maggiormente colpite, con il Nord Italia in crescita del 4% annuo oltre la media nazionale di richieste di mutui online”.

Le previsioni

“La prospettiva è di un potenziale rallentamento – è la previsione di Liuti – perché per quanto possano essere vantaggiosi i tassi e i prezzi immobiliari, se le tre regioni Lombardia, Veneto ed Emilia vedranno una frenata potrebbe risentirne tutta l’economia nazionale e di conseguenza anche il resto”.

D’altro canto, secondo Anedda “nel momento in cui si ha limitazione di movimenti si riscopre l’online, quindi la richiesta di preventivi, non ostacolata dal dover restare a casa, potrebbe comunque proseguire indisturbata. Da un lato perché gran parte della trafila burocratica si può fare da remoto, dall’altro perché la decisione di acquistare casa con un mutuo è qualcosa che avviene a lungo termine quindi chi ha deciso di farlo lo farà comunque anche se magari con tempistiche diverse dovute ad esempio ad una maggiore prudenza che si può percepire necessaria nel momento in cui non si sa quale possa essere l’evoluzione della situazione sanitaria. Si potrà registrare quindi non tanto uno stop quanto una pausa nella decisione di acquisto”.

I possibili impatti del coronavirus sul mercato immobiliare

“Probabilmente in alcune aree ci sarà maggiore prudenza nei prossimi tempi dato che non si sa quanto si potrà protrarre la situazione presente”, nota il Direttore Relazioni Esterne di Crif. “In presenza di choc così imprevedibili è difficile capire come possa cambiare il sentiment delle famiglie, anche perché magari nelle diverse zone la situazione può essere percepita diversamente. Ragionevole aspettarsi uno standby delle richieste di mutuo nelle regioni più colpite, dove per richiesta intendiamo l’avvio vero e proprio delle istruttorie. È chiaro che se fisicamente non ci si può recare nell’ufficio del notaio per stipulare un contratto è anche ragionevole aspettarsi che si debba attendere che l’emergenza passi per poter tornare a farlo”.

“La disponibilità di immobili sul mercato resta invariata anche durante l’emergenza – dice da parte sua il responsabile marketing di MutuiOnline – e paradossalmente potrebbe fare da rete contro un eccessivo ribasso dei prezzi immobiliari dal momento che l’abbondanza di offerta aveva già determinato il corrispondente livello di valori di mercato. Non ci aspettiamo quindi significative variazioni, a meno che non ci fossero tensioni precedenti sui prezzi dovute ad altre circostanze che già caratterizzavano i diversi mercati nelle diverse regioni anche prima della diffusione del virus”.

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