Corsa finita per Peso messicano e Dollaro neozelandese

A cura di Yann Quelenn e Arnaud Masset, analisti di Swissquote

La Reserve Bank of New Zealand ha comunicato di essere pronta ad intevenire per temperare la corsa del Dollaro neozelandese che considera ormai sopravvalutato. Nel Monetary Policy Statement emanato questa mattina, la banca centrale ha evitato di ritoccare il tasso di finanziamento cash ora all’1,75%, sottolineando tuttavia che potrebbe comunque decidere di tagliarlo qualora il Kiwi non si indebolisse.
Subito dopo che l’assistente del Governatore John McDermott ha reiterato il concetto in conferenza stampa, la moneta è scivolata dello 0,60% contro il biglietto verde a 0,7267. E’ dallo scorso giugno che la banca sta cercando di far scendere le quotazioni del dollaro neozelandese, ovvero da quando è stato pubblicato il dato relativo all’andamento dell’inflazione per il secondo trimestre dell’anno, risultata assolutamente piatta.
Mc Dermott ieri ha detto che le pressioni esercitate dalla banca possono essere paragonate ad una leggera gomitata e non ad uno schiaffo in faccia, eppure l’ordine di marcia non è chiaro. Manteniamo la nostra visione ribassista sul Kiwi con 0,72 come prossimo obiettivo di breve nel cambio con il dollaro Usa.
Dall’altra parte del Pacifico, ci aspettiamo che l’istituto centrale del Messico – che si riunisce oggi –  non modifichi il tasso di rifinanziamento ora al 7%, anche se un taglio è previsto entro la fine dell’anno.
Siamo tornati ribassisti sul Peso in quanto la banca centrale frenerà l’apprezzamento della valuta per mantenerla in linea con il dollaro e l’economia americana. Quest’anno Banxico ha aumentato i tassi per ben quattro volte, innescando il rally del Peso, passato da 22 a 17 per dollaro anche grazie al supporto delle esportazioni, guidate in particolare dal rafforzamento dei prezzi del petrolio.
Ora invece nuovi guadagni dall’export sono piuttosto incerti anche perché andrà rinegoziato l’accordo di libero scambio tra Usa-Messico con l’ Amministrazione Trump che – nel migliore dei casi – è per lo meno diffidente ad ampliare le importazioni dal Messico. Al momento, riteniamo che la banca centrale del Messico cercherà di mantenere lineare il differenziale con i tassi decisi dalla Fed al fine di evitare deflussi di capitale. I fondamentali economici del Paese non sono molto robusti pertanto siamo certi che la Banxico non perderà tempo a procedere ad un taglio dei tassi qualora il piano di “normalizzazione” della Fed dovesse incontrare difficoltà o ritardi

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