Costa Concordia, 23.000 tonnellate di acciaio a Feralpi Siderurgica

Le 23.000 tonnellate di acciaio della Costa Concordia avranno nuova vita grazie al recupero nei forni elettrici del Gruppo Feralpi che si è aggiudicato in esclusiva il metallo ferroso della nave.
Il relitto dell’imbarcazione, la nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata della storia, è attualmente ormeggiato presso l’area dell’ex Superbacino del porto di Genova ed è di proprietà della Ship Recycling, costituita dalla RTI Saipem e Officine Meccaniche Navali e Fonderie San Giorgio, che ha in gestione lo smantellamento e la demolizione del relitto.
Proprio tale Consorzio ha siglato il contratto di cessione delle 23.000 tonnellate di acciaio a favore di Feralpi Siderurgica il cui complesso impiantistico di Lonato del Garda (Bs) è dotato degli impianti di trattamento necessari ad apportare le lavorazioni (cesoiatura, frantumazione e altro ancora) per rendere i rottami adatti alla loro fusione.

Il trasporto dal Porto di Genova allo stabilimento di Lonato del Garda sarà effettuato dalla società Germani di San Zeno Naviglio (Bs), storica azienda bresciana presente sul mercato da un cinquantennio, che effettua trasporti su gomma di merci di varia natura su tutto il territorio nazionale ed europeo, e che collabora con i più grossi gruppi industriali, oltre ad essere importante partner, sempre per ciò che riguarda il trasporto, per numerose aziende che si occupano del recupero e del trattamento di rifiuti in genere.
I rottami provenienti dal recupero della Costa Concordia verranno fusi per produrre acciai speciali realizzati all’interno di Acciaierie di Calvisano (Gruppo Feralpi).

«Aver chiuso questo contratto di fornitura – spiega Cesare Pasini, vice presidente di Feralpi Holding – significa molto più di aver finalizzato un’operazione di acquisto. Per quanto importante, infatti, essa rappresenta solo una parte del rottame che il Gruppo Feralpi consuma ogni anno. Per noi ciò significa anche muovere un importante passo avanti dopo lo smantellamento della nave, dando nuova vita ad un acciaio che, pur essendo stato testimone di una delle più grandi tragedie del nostro Paese, potrà aiutare tutti noi a guardare al futuro, contribuendo alla costruzione di nuovi progetti».

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