Costi d’altri tempi per gli obbligazionari euro

A cura di Sara Silano, Morningstar
Sono tempi duri per gli investitori obbligazionari in euro. Da un lato, il lungo periodo di politiche monetarie espansive della Bce e i tassi di interesse prossimi allo zero o negativi hanno ridotto il rendimento potenziale; dall’altro le società di gestione continuano a praticare commissioni ai risparmiatori che sono fuori mercato.
“Se consideriamo quanto sia difficile per un gestore obbligazionario battere l’indice di riferimento, il risultato è preoccupante”, dice Francesco Paganelli, analista di Morningstar e autore dello studio. “Una larga fetta del mercato è troppo costosa rispetto alle opportunità che ci sono sul mercato. Di conseguenza, molti fondi possono essere considerati tutto fuorché a basso rischio, se con questo concetto si intende una perdita potenziale del futuro potere di acquisto”.
Bassi rendimenti
Guardando all’andamento dell’indice Bloomberg Barclays Euro aggregate bond, preso a riferimento per il mercato dei titoli obbligazionari di qualità (investment grade) in euro, i rendimenti attuali sono lontani da quelli a due cifre del 2012 o del 2014.
Indice Barclays euro aggregate
Scarse performance
La gestione attiva, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di creare valore rispetto all’indice di mercato, è stata finora di poco aiuto. “La maggior parte dei fondi di questo tipo ha sotto-performato il benchmark (e le alternative passive) in modo abbastanza consistente nel tempo”, spiega l’analista di Morningstar. Il grafico qui sotto mostra il rendimento tre anni rolling della categoria Obbligazionari diversificati euro nel periodo 1999-2017 (al 30 giugno). Come si può vedere, la media dei fondi di questo tipo (linea arancione) ha avuto un andamento peggiore del parametro di riferimento, indicato dalla linea rossa (le barre rappresentano il comportamento dei diversi quartili).
Performance della categoria Obbligazionari diversificati euro a confronto con il benchmark
Performance degli obbligazionari diversificati euro a confronto con il benchmark
Costi eccessivi
Quello che stona di più in questo quadro sono i costi. Secondo le stime di Morningstar, oltre 75 miliardi di euro investiti nella categoria degli Obbligazionari diversificati euro è allocato in classi di fondi con spese correnti sopra lo 0,6% annuo (ongoing charge), un livello che è superiore sia allo yield to maturity (tasso di rendimento implicito di un’obbligazione tenuta fino a scadenza) sia al current yield at Nav (indicatore ottenuto dal valore dell’ultima cedola distribuita che viene annualizzato e diviso per il valore della quota) dell’indice Bloomberg Barclays Euro aggregate bond. E’ bene notare che questi indicatori sono storicamente stati piuttosto affidabili nel predire i rendimenti futuri delle obbligazioni. “Senza un taglio delle commissioni”, commenta Paganelli, “i costi si mangeranno gran parte delle performance in un mercato di ritorni ai minimi. Inoltre, se rimarranno alti, i gestori potrebbero prendersi più rischi per cercare di superare l’ostacolo rappresentato dalle commissioni. In tal caso è importante che i sottoscrittori ne siano consapevoli e valutino la coerenza di ciascun strumento con il proprio profilo e i propri obiettivi”.
La maggior parte dei fondi Obbligazionari diversificati euro costa troppo
La maggior parte dei fondi obbligazionari diversificati euro costa troppo
Come trovare buoni fondi
Morningstar ha più volte sottolineato l’importanza dei costi come indicatore predittivo delle performance future dei fondi. Le probabilità di successo di un investitore aumentano se riesce a spendere meno. Index fund ed Etf (Exchange traded fund) hanno generalmente commissioni più basse e quindi possono rappresentare un’alternativa ai più costosi attivi; tuttavia non mettono al riparo da possibili perdite, non solo perché i tassi sono bassi, ma anche perché la maggior parte degli indici che replicano sono diventati più sensibili alle variazioni dei saggi di riferimento.
Come orientarsi in un segmento del mercato così sfidante? “La metà dei fondi analizzati dal Manager research team di Morningstar ha prezzi più bassi della media”, spiega Paganelli. “Dal momento che compariamo le singole classi in gruppi omogenei, possiamo assegnare il giudizio Positivo al Price pillar di quei comparti che hanno un vantaggio competitivo in termini di costi rispetto alla concorrenza. Questo pilastro è cruciale anche quando analizziamo gli strumenti passivi. Detto questo, è bene tenere presente che i migliori prodotti nella categoria combinano più aspetti positivi, come l’esperienza dei gestori, un processo di investimento coerente e ripetibile e una particolare attenzione dell’azienda agli interessi dei clienti”.

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