Crescente divario di valutazione per i titoli azionari in crescita

Ci sono stati alcuni movimenti di prezzo sorprendenti nella stagione in corso e lo “short covering” deve essere la ragione di alcuni di essi. Lo “short covering” descrive “l’accaparramento” di azioni da parte di investitori che in precedenza li hanno venduti allo scoperto in previsione di un calo dei prezzi. Può accadere quando, ad esempio, un titolo industriale ciclico registra risultati deludenti e ciononostante il titolo vola. Spesso, se un’azienda presenta cifre non così negative rispetto alle attese, gli investitori possono essere costretti a coprire le loro posizioni short. Un’altra spiegazione dei sorprendenti salti di prezzo nelle azioni – ad esempio nelle azioni del settore automobilistico tedesco della scorsa settimana – potrebbe essere che le aspettative del mercato non possono assolutamente scendere più in basso: già ipotizzano il peggio, il che è già incluso nelle valutazioni.

Soprattutto nelle loro valutazioni relative, che, in particolare, testimoniano le attuali basse aspettative sul valore dei titoli. Come mostra la “Chart of the Week” di Dws, il MSCI ACWI Growth and Value Index è a livelli record. Misurata in base al rapporto P/E, la crescita costa il 70% in più del valore. “Da qualche tempo osserviamo che le azioni più costose stanno diventando sempre più costose, mentre quelle più economiche lo sono ancora di più”, afferma Thomas Schuessler, Co-Head of Equities di DWS.

“Riteniamo che ci possano essere due ragioni principali. La prima è che il boom economico è in atto da molto tempo, ma con una crescita inferiore alla media. Più a lungo dura la fase di boom, maggiore è la preoccupazione che possa finire. In un contesto di questo tipo, gli investitori hanno la tendenza a cercare aziende in grado di raggiungere la crescita anche in un contesto economico non del tutto vantaggioso (i titoli in crescita hanno storicamente mostrato le loro migliori performance poco prima del crollo dei mercati)”.

La seconda ragione ha ancora a che fare con il contesto economico. I bassi tassi d’interesse che le banche centrali hanno ulteriormente esteso, fanno sì che gli utili futuri, che naturalmente hanno un peso maggiore nei titoli in crescita, continuino ad essere attualizzati con un coefficiente inferiore, aumentando il loro valore attuale. “In assenza di un rialzo dei tassi d’interesse o di una recessione, non prevediamo che il trend finisca, anche se non ci aspettiamo che il suo recente slancio possa continuare. Ma crediamo che in un contesto che combina bassi tassi di interesse e forte espansione, i titoli di qualità in crescita continueranno a trovare acquirenti “, afferma Schuessler.

 

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