Dazi, molti i contro, ma non mancano i pro

La guerra commerciale Usa-Cina resta al centro dell’attezione sullo scacchiere internazionale e per gli investitori, a cominciare dagli istituzionali, l’allerta è massima. Da oggi entrano infatti in vigore i dazi statunitensi del 25% nei confronti di 34 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina. Dal canto suo, Pechino ha preannunciato un trattamento paritetico per le merci americane in arrivo sul proprio territorio, con effetto immediato. La trattativa per arrivare a una riduzione del deficit commerciale Usa non ha quindi per ora prodotto gli effetti auspicati da Washington, “costringendo” Trump a proseguire nella propria politica a pugno chiuso.

Risultato: Wall Street in stand-by e dollaro in contrazione, seppure limitata. Non tutti i mali vengono però per nuocere, anche in Borsa. A seguito del recente tracollo dei prezzi sul comparto dei metalli industriali, Goldman Sachs segnala il comparto come un’opportunità di acquisto. La ragione? La banca d’affari a stelle e strisce ritiene che la guerra commerciale non avrà un impatto significativo sull’utilizzo della maggior parte delle materie prime, prevedendo una ripresa dei prezzi del comparto di circa il 10% rispetto ai livelli attuali entro i prossimi 12 mesi.

Di diverso avviso invece Morgan Stanley che invece predica attenzione, in quanto un peggioramento del rapporto tra Cina e Usa rischia di avere una serie ripercussioni sulla domanda di tutte le commodity e quindi stima quotazioni in calo. Tuttavia, tengono a far notare gli analisti dell’istituto, il recente livello raggiunto dai prezzi già ha anticipato una riduzione degli acquisti dai consumatori che però non si è ancora verificata in maniera apprezzabile dai dati pubblicati.

Quindi, come comportarsi? Se nel settore delle materie prime, a cominciare dai metalli industriali, lo spazio di recupero c’è, gli indici azionari restano ancora “tirati”, Borsa americana in primis. Tassativo, di conseguenza, monitorare i supporti che contano: in discussione potrebbe esserci l’intero bull market degli ultimi nove anni.

Nel frattempo – avvertono gli analisti di Wings Partners Sim – si stanno diffondendo rumor che parlano di una preoccupazione tra alcuni membri della Bce per un approccio troppo accomodante da parte di Draghi in merito alla politica dei tassi per l’area della moneta unica. Ma il supporto monetario, a detta di altri, resta ancora necessario per l’espansione del Pil, specie ora che sono tornate le incognite relative ai dazi statunitensi a minacciare l’economia globale.

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