De Michelis (Frame AM): “Pronti a scappare, e non solo da Wall Street”

a cura di Michele de Michelis, cio di Frame Asset Management

Nel mese di marzo mi è stato chiesto spesso cosa pensassi del rapporto euro/dollaro. Il picco di interesse c’è stato proprio nel momento in cui l’euro scambiava intorno al livello di 1,05 e sembrava stesse puntando la parità come quando George Best partiva palla al piede saltando gli avversari come birilli. Di fronte ai miei dubbi, ovvero che il dollaro potesse proseguire tale movimento con siffatta forza ed intensità, i miei interlocutori mi facevano notare che grandi case (in primis Goldman Sachs) avevano previsto un cambio di 80 centesimi di dollaro per un euro da lì a breve e mi chiedevano quali fossero i motivi per cui non mi unissi al coro dei “dollaristi convinti”. Chi segue i miei consigli sa perfettamente che io ritengo che la moneta americana vada ancora mantenuta in portafoglio, eppure dopo un movimento di trenta figure era scontato che ci fosse una situazione di stallo o di trading range, come la stiamo vedendo ora (tra 1,05 e 1,10) e – come dicevo il mese scorso – ci stava bene anche una bella presa di beneficio. In realta credo che questo sia stato un perfetto esempio di crowded trade, che spesso si rivelano delle trappole per gli investitori anche più accorti. Rotschild diceva infatti che i guadagni in Borsa si fanno quando la notizia arriva prima che agli altri.

Quando – invece – il consensus di mercato va tutto in una direzione, fermatevi un attimo a ragionare e chiedetevi se le vostre posizioni hanno delle vie di uscita. Avete presente quando vi trovate allo stadio a vedere la partita, e gli spalti sono gremiti? In cuor vostro sapete benissimo che se aspetterete il triplice fischio (se di partita di calcio si tratta) probabilmente vi troverete ingolfati nel traffico e diventerete matti per andare a casa, mentre se andrete via cinque minuti prima, magari rischierete di perdervi un finale emozionantissimo (come non citare la mitica finale di coppa campioni del 1999 tra Bayern Monaco e Manchester United) però sarete soli, o con pochi intimi, sulla strada di ritorno. Ecco, i mercati finanziari in questo momento mi ricordano molto questa situazione. Stiamo tutti sugli spalti, assistendo ad una partita che sta diventando sempre più bella ed interessante, ma allo stesso tempo in cuor nostro sappiamo che rischiamo di rimanere bloccati se non saremo lesti ad uscire in tempo. E cosa fara’ l’arbitro americano dai capelli argentei? Concederà il tempo supplementare prima di alzare i tassi d’interesse oppure no? Di recente si è svolto a Londra la Morgan Stanley European Financial Conference e i messaggi offerti dai direttori finanziari delle più importanti banche ed assicurazioni sono stati molto confortanti.

Il deleveraging aggressivo pare sia finalmente concluso e le banche sembrano di nuovo pronte ad investire in tecnologia (capex) e a fornire supporto all’economia reale tornando a prestare denaro, poichè in questo momento non vi è alternativa se vogliono tornare ad essere redditizie per i propri azionisti. Il segnale quindi sembrerebbe bullish, ed è questo il motivo per cui preferisco essere sugli spalti dell’equity europeo, visto che la partita è appena cominciata, piuttosto che su quello americano, dove, come dicevo poc’anzi, l’arbitro sta cominciando a guardare l’orologio.

Sicuramente, adesso oltre alle aspettative, dovremmo finalmente cominciare a vedere qualche miglioramento sugli utili delle aziende del Vecchio Continente, supportati dall’abbassamento dei prezzi delle materie prime, dalla svalutazione dell’euro e da un costo sul debito ai minimi storici. Certo il problema Grecia è ancora lì lungi dall’essere risolto e continua a disturbare i sogni dei tori più convinti che sperano che una soluzione politica venga finalmente trovata. Gestori storicamente lungimiranti come Jonathan Ruffer cominciano a preoccuparsi, annotando delle pericolose correlazioni fra quasi tutte le asset class, alla ricerca delle ormai sempre più rare sacche di sottovalutazione e aumentando la liquidità in portafoglio. Non penso che la partita si stia avviando alla conclusione, ma forse è il caso che si cominci ad individuare quale potrebbe essere l’uscita più vicina, così da avere un occhio sul campo ed uno alla porta.

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