A cura di Adrian Hilton, gestore del fondo Threadneedle Lux European Strategic Bond di Columbia Threadneedle Investments
Nel braccio di ferro per la definizione del DEF, i primi colpi sembrano essere stati segnati dai due leader della coalizione populista, Salvini e Di Maio. La proposta di un piano con un deficit del 2,4% non è in sé una catastrofe, e rientra comunque nei limiti di Maastricht. Ma nelle ultime settimane, i mercati erano stati portati a credere – dal più moderato ministro delle finanze Tria – che una percentuale inferiore al 2% fosse più probabile, e gli spread si erano in qualche modo stabilizzati. Il tutto è cambiato in modo molto brusco ieri sera.
La prospettiva di un’uscita dell’Italia dall’Eurozona sarebbe stata impensabile qualche anno fa; a nostro avviso, è comunque una prospettiva che continua ad essere improbabile (ma che non è più impossibile da immaginare, se consideriamo il successo dei movimenti euroscettici in questo Paese). La nostra preoccupazione principale al momento è il possibile deteriorarsi ulteriore del contesto economico: il vero rischio per l’Italia potrebbe materializzarsi quando, senza sufficienti riserve strutturali per abbassare la crescita dei tassi, la dimensione del surplus primario richiesto per stabilizzare il rapporto debito / PIL potrebbe diventare irraggiungibile.
C’è sempre tempo per ripensare ad un bilancio eventualmente più conservativo prima che il disegno di legge venga presentato alla Commissione Europea il mese prossimo, e la nostra opinione è che l’attuale governo possa smettere di flirtare con la prospettiva di una uscita dall’Eurozona. Ma questa volatilità non aiuta di certo il sentiment nei confronti dell’Italia e permane anche il rischio che possibili downgrade da parte delle agenzie di ratings possano aggravare ulteriormente la crisi. Columbia Threadneedle Investments mantiene comunque per ore una posizione neutral.