Dividendi in calo ovunque nel secondo trimestre. Ma non per sanità e comunicazioni

Nel secondo trimestre i dividendi globali sono diminuiti di un quinto, ma l’impatto della pandemia di Covid-19 a livello di aree geografiche e settori è stato estremamente disomogeneo. E’ quanto emerge dalla nuova edizione del Janus Henderson Global Dividend Index.

In particolare, i dividendi globali nel trimestre sono diminuiti di 108,1 miliardi di dollari, a 382,2 miliardi. Il Jhgdi ha evidenziato il calo peggiore (-22% complessivo e -19,3% sottostante) dal lancio dell’indice nel 2009.

Distribuzioni inferiori all’anno precedente sono state registrate in tutte le regioni, fatta eccezione per il Nord America grazie alla resilienza dei pagamenti in Canada. Il dato peggiore è quello emerso da Unione Europea e Regno Unito.

Vanno tuttavia fatti dei distinguo a livello di settori: i dividendi delle società sanitarie e delle comunicazioni non sono stati ridotti, in compenso le distribuzioni nella finanza e nei beni voluttuari sono diminuite drasticamente.

In prospettiva sull’intero 2020, gli analisti di Janus Henderson prevedono una flessione complessiva dei dividendi globali del 17% (vale a dire di 1.180 miliardi di dollari) nello scenario migliore, che corrisponde a un ribasso del 19% su base sottostante; nello scenario peggiore potremmo assistere a una contrazione delle distribuzioni del 23% in totale, a 1.100 miliardi di dollari, equivalente a un calo sottostante del 25%.

“La maggior parte delle aziende europee effettua distribuzioni solo una volta all’anno nel secondo trimestre, quindi la cancellazione di un dividendo ha un impatto molto consistente sul totale annuo; d’altro canto nel 2021 si assisterà a un rimbalzo in Europa. Quanto al Regno Unito, la ripresa sarà di minore entità poiché diverse società, non da ultimo i giganti petroliferi Shell e BP, hanno colto l’occasione per rivedere al ribasso i rispettivi pagamenti di dividendi in modo permanente”, nota Jane Shoemake, Direttore degli Investimenti, Global Equity Income di Janus Henderson.

È in questi casi – aggiunge – che si apprezzano i vantaggi di un approccio diversificato a livello globale all’income investing. In alcuni casi le distribuzioni sono state solo posticipate. Già ora determinate società stanno ripristinando i dividendi, nonostante un ampio margine di incertezza. In certi casi i dividendi rinviati saranno distribuiti in toto, in altri i pagamenti saranno inferiori e non mancheranno cancellazioni definitive. Resta da vedere cosa accadrà negli Stati Uniti e in Canada nel quarto trimestre, quando le società stabiliscono il dividendo annuale. I segnali registrati sinora lasciano presagire che in Nord America i tagli saranno meno marcati rispetto a Unione Europea, Regno Unito e Australia, dati i payout ratio contenuti e la capacità delle società di assorbire gran parte dello shock tramite la riduzione dei riacquisti di azioni proprie. Riteniamo tuttora che il Giappone, l’Asia e alcuni mercati emergenti saranno meno colpiti, ma non escludiamo una reazione ritardata che frenerà la crescita nel 2021″.

Nonostante i tagli, conclude Shoemake, “continuiamo a prevedere dividendi superiori a 1.000 miliardi di dollari quest’anno e il prossimo e ribadiamo l’importanza di valutare la capacità di generazione di reddito delle azioni. Sebbene possa influire sul sentiment a breve, una sospensione temporanea delle distribuzioni non modifica il valore fondamentale di un’azienda. Se il capitale di nuova emissione o portato a nuovo non è necessario, tornerà agli azionisti”.

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