Docce cinesi per risvegliarci dai QE non escludono un 2015 in guadagno

a cura di Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management, società indipendente specializzata nelle gestioni patrimoniali e gpf assicurative.

Perchè siamo passati dalla tranquillità di inizio agosto , dei giorni post accordo Grecia ad un’esplosione di volatilità la cui violenza ci ha quasi tramortiti?
Qualcuno dice che è stato il crollo del mercato cinese a innescare questa pesante correzione, altri il calo del petrolio, altri ancora che siamo alle soglie di una nuova grande recessione mondiale. Io invece credo che quello che è successo sia stata una cosa normale, tipica del passato, che per intensità ed  aggressività mi ricorda moltissimo quanto accadde nel 1998, quando i mercati erano saliti moltissimo nei primi cinque mesi dell’anno, ma in agosto corressero pesantemente ( 20% circa gli indici americani e 35 % l’indice tedesco) a causa del default russo e della crisi del fondo hedge LTCM.
Certo, non sto dicendo che non ci siano dei rischi sulle fragili economie mondiali (storie che puntualmente facevano la loro comparsa nei passati crolli agostani), semplicemente non mi convincono le spiegazioni che alcuni osservatori hanno fornito, mentre  concordo con le analisi di vari gestori ed esperti del settore, che non solo sono poco diffuse ma spesso vengono pure mal interpretate.
La borsa cinese ha corretto di circa il 40 % in poco più di due mesi, ma non dimentichiamo che era anche salita del 150 % in meno di un anno, quindi la correzione ci stava ed era anche auspicabile (il Nasdaq del 1999 vi ricorda qualcosa? Siete sulla giusta strada…)
Per prima cosa, vorrei osservare che la svalutazione dello yuan si è rivelata tutto sommato contenuta( soprattutto se paragonata ai movimenti delle altre valute) e anche l’utilizzo delle riserve valutarie è stato modesto, visto che la PBOC detiene tuttora oltre 3,5 triliardi di dollari.
Secondariamente, il governo cinese può ancora contare su tutta la “cassetta degli attrezzi” per stimolare l’economia (o forse manipolarla) , seppur prima o poi questa debba necessariamente normalizzarsi e camminare con le proprie gambe , trasformandosi così in un’ economia di libero mercato, anche se temo che dovranno trascorrere ancora molti anni prima di tagliare questo traguardo.
Terzo, il calo del petrolio storicamente non ha mai comportato crolli azionari, anzi, di solito rimpingua i portafogli di risparmiatori e  aziende come se fosse un taglio delle tasse indiretto.
Andando poi ad analizzare la situazione in Europa, dove gli indici si erano “mangiati” ( al 24 agosto) tutti i guadagni di inizio anno, vedo che rispetto a nove mesi fa adesso abbiamo un euro svalutato ,un costo del petrolio più basso, un banca centrale accomodante e in pieno QE ( che potrebbe addirittura estendere) e un miglioramento della reddittivita delle aziende.
I rischi di una nuova recessione mondiale ci saranno se l’economia americana dovesse frenare, ma allo stato attuale sembra godere di buona salute, seppur con qualche acciacco qua e la, ed è per questo che la Yellen sta valutando attentamente se , come e quando alzare i tassi.
Morale… Quanto visto in agosto mi è decisamente sembrata più una correzione tecnica da corsa alla chiusura delle posizioni per motivi di risk management , piuttosto che una modifica delle condizioni o  delle aspettative circa gli utili futuri.
Sicuramente la doccia cinese (faceva caldo anche in Scozia quest’estate) ha avuto il merito di risvegliarci dal piacevole torpor indotto dalle banche centrali nel quale eravamo sprofondati ultimamente.
Quello che infatti è venuto a mancare durante i tre giorni in cui il mercato si è avvitato è stato proprio l’intervento dei vari banchieri centrali mondiali , che per la prima volta dopo tanti anni non si sono affrettati a tranquillizzare tutti.
Di fronte a questi mini crash di mercato, bisognerebbe avere il coraggio di comprare mentre al contrario, quando le cose vanno bene, occorre alleggerire.
Purtroppo invece la paura,  o meglio lo shock subito dopo la crisi del 2008 ha lasciato segni psicologici difficili da cancellare.
Sette anni fa si mise in discussione il sistema economico come noi lo conoscevamo e quindi ogni qualvolta si verificano situazioni di stress, il pensiero corre subito a quei giorni, quando non si sapeva se la mattina successiva i bancomat avrebbero ancora erogato denaro contante.
E’ come una persona che si è salvata da una malattia gravissima per il rotto della cuffia , ogni volta che prende l’influenza ha paura di ricadere nello stesso incubo.
Per concludere, allo stato attuale, non credo ci siano le condizioni per un ritorno sul baratro del rischio sistemico e quindi potrebbe accadere come a fine 1998 , anno che vide le borse mondiali chiudere al rialzo.
Le vere alternative al mercato azionario (anche in versione Long short o Market neutral), potrebbero essere le valute , ma sono estremamente volatili e pertanto occorre trovare dei gestori macro veramente preparati per poter effettuare un buon investimento.
Vorrà  dire che dovremo cercare ancora più in profondità.

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