Dopo il coronavirus: che forma avrà la ripresa

A cura di Dirk Schumacher, Head European Macro Research di Natixis

La crisi attuale è insolita da diversi punti di vista. La differenza più ovvia rispetto alle recessioni precedenti è che la rapida caduta delle attività cui stiamo assistendo rappresenta l’inevitabile danno collaterale delle azioni dei vari governi ma non riflette alcuna tensione o squilibrio economico più profondo. Almeno questo è quello che appare a prima vista e che fornirebbe supporto ai fautori di una ripresa rapida dal momento che non esistono ostacoli evidenti per un rimbalzo nelle attività che dovrebbero essere presi in considerazione. In aggiunta, riteniamo che vi siano due fattori ulteriori e importanti che potrebbero facilitare una ripresa a V una volta che il virus sarà stato contenuto.

Primo fattore. Stanno crollando di più le attività non-cicliche

Una caratteristica singolare della recessione in arrivo è che la caduta delle attività economiche sarà più evidente soprattutto in quei settori che solitamente mostrano una variazione ciclica molto contenuta. Per evidenziare la ciclicalità delle attività economiche nei diversi settori applichiamo il cosiddetto filtro passa-banda (che trova utilizzo nell’eliminazione delle interferenze, ndr) al valore aggiunto di ciascun settore. Il filtro identifica quei movimenti nei dati che sono ricorrenti ad ogni data frequenza. Ad esempio, i movimenti che si scorgono solo una volta all’anno (come le vendite invernali) hanno una frequenza annuale.

Concentriamo dunque la nostra analisi sulla frequenza del business cycle come ad esempio sui movimenti in quei settori che mostrano una frequenza trimestrale di 6-32. Come mostra il Grafico n.6, le attività manifatturiere e delle costruzioni sono molto più cicliche dell’intrattenimento, ad esempio, che, al contrario, mostra un livello di attività piuttosto costante anche durante periodi di grave recessione come in quello 2008/09. Questa volta invece le cose sono diverse: ci sono infatti settori proprio come l’entertainment che stanno subendo un calo drammatico nelle vendite per il fatto che ad esempio ristoranti e cinema sono chiusi ma che si riprenderanno velocemente una volta che le misure di contenimento saranno eliminate.

Secondo fattore. Assenza di acceleratori finanziari negativi in quanto banche centrali e governi stanno fornendo supporto finanziario

Circuiti di feedback negativi tra il settore finanziario e l’economia reale hanno il potere di trasformare una semplice recessione in una crisi più profonda , come ci insegna il caso 2008/09.
E’ pertanto utile in tale contesto guardare alle dinamiche tra l’attività economica e le insolvenze. Ogni fallimento societario infatti non fa che peggiorare la recessione nonché rappresenta un ulteriore ostacolo per un recupero dell’attività stessa dal momento che la capacità produttiva è persa. Per chiarire: le insolvenze non impediscono le riprese (in caso contrario, non potremmo mai vedere una ripresa) ma ci possono comunque essere dubbi sul fatto che, a parità di condizioni, più piccolo sarà il numero dei fallimenti, più robusta sarà la ripresa.

I grafici n.7 e 8 mostrano la forte correlazione negativa tra le insolvenze e l’attività economica in Germania e Francia(usiamo ancora il filtro passa-banda per mostrare solo la frequenza del ciclo di business).

Siamo fiduciosi sul fatto che questa correlazione irrompa anche durante questa recessione poiché i governi forniranno supporti finanziari generosi alle imprese su larghissima scala e come mai prima d’ora. Pertanto, se così fosse, ciò implicherebbe da un lato il fatto che diminuirebbe di molto il rischio di dover affrontare una recessione prolungata e dall’altro aumenterebbero – rispetto a quanto visto in passato – le probabilità che si verifichi una ripresa robusta. Pertanto, la domanda fondamentale rimane ancora sempre la stessa: per quanto ancora dovranno rimanere in vigore le misure di contenimento.

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