DOWN, UP,…. UP!!

A cura di pro aurumper info: [email protected]
Agosto, mercati miei non vi conosco! Agosto è sempre un mese di sorprese nei mercati, gli scambi si assottigliano e i compratori svaniscono come neve al sole; un’occasione d’oro per i veri o presunti “Gordon Gekko” (film Wall Street I e II) che si divertono a far ballare in su e giù le quotazioni cogliendo nella rete tanti piccoli risparmiatori in panico.
Non parleremo in questo articolo della Turchia, dello Spread, ma proprio dell’ORO che è finito ben sotto la soglia fatidica dei 1.200 dollari l’oncia, bucando per qualche giorno anche l’ultimo baluardo dei 1.180 e spingersi a sfiorare i 1.160 dollari.
Per chi osserva da vicino il metallo giallo e le dinamiche sottese si è trattato di un vero colpo di frusta, indotto dalla forza del dollaro e dalla capitolazione estiva dei fan dell’oro che, distratti dalle vacanze, hanno preferito non approfittare dei prezzi di saldo.

Il grafico qui sopra mostra in rosso l’andamento nell’ultimo anno delle quotazioni dell’oro e in blu il cambio euro/dollaro; ricordiamo che una discesa della linea blu corrisponde a un rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, mentre una salita indica un indebolimento della valuta americana.
Il grafico ci mostra una coincidenza più che perfetta, con una particolarità: sino alla fine di novembre 2017, il movimento di ORO e cambio valutario è stato concorde, mentre da dicembre è iniziata una dinamica discorde in cui un rafforzamento del dollaro induceva un pari indebolimento dell’ORO, mentre viceversa l’indebolimento del biglietto verde determinava un rafforzamento del metallo giallo più smorzato.
Riscontriamo così che, da un certo punto in avanti, i percorsi delle linee blu e rosse iniziano a scostarsi per arrivare a momenti, come nell’ultima parte a destra del grafico, in cui il rafforzamento del dollaro porta a un indebolimento della quotazione dell’ORO più che proporzionale.
Per quale motivo è successo?
Abbiamo già accennato alla capitolazione dei compratori, ma quali sono le cause che hanno determinato questa apatia nei confronti del metallo giallo?
La risposta sta nel fatto che il mercato, con il proseguire del ciclo di rialzo dei tassi FED, considera più remunerativo acquistare titoli di Stato che ORO, dato che il lingotto non distribuisce rendimenti periodici.
Motivazioni apparentemente sensate per chi approccia i mercati in modo superficiale, ma che non tiene minimamente conto del valore dell’ORO come garanzia di ultima istanza e delle ragioni per cui le banche centrali trovino coerente con il proprio mandato custodirlo e impiegarlo come collaterale dei prestiti.
Ma non è su questo che desideriamo puntare l’attenzione, quanto piuttosto al fatto che con gli ultimi movimenti di prezzo si siano raggiunti degli eccessi che il mercato necessariamente andrà a sanare in un contenuto periodo di tempo.

Il grafico sopra, fonte COTexpert by Traderlink, presenta due sezioni orizzontali:

  • Quella superiore riporta le quotazioni dell’oro al CME con candele di prezzo settimanali.
  • Quella inferiore riporta le posizioni nette degli operatori che detengono contratti future.

Andremo a focalizzarci su questa seconda parte, denominata COT, spiegandone brevemente cosa mostra e come si interpreta.
Possiamo innanzitutto notare la ripetizione in ciascuna settimana di tre serie di istogrammi, ognuno di questi indica le posizioni in future di tre categorie di operatori:

  • Istogrammi blu: Large speculators, gestori di patrimoni che accedono al mercato future a scopo investimento.
  • Istogrammi rosa: Commercials, operatori in oro fisico che accedono al mercato future a scopo copertura.
  • Istogrammi marrone: Small speculators, piccoli investitori e di fatto ininfluenti.

Gli istogrammi riportano i dati raccolti dalla CFTC, la commissione di sorveglianza del mercato future statunitense, e indicano le posizioni nette in future suddivisi per categoria di operatori.
Per posizioni nette si intende la differenza tra contratti acquistati e venduti da ciascuna categoria: se l’istogramma è rivolto verso l’alto avremo una prevalenza di contratti acquistati (LONG in gergo tecnico), viceversa se è rivolto verso il basso avremo una prevalenza di contratti venduti (SHORT in gergo tecnico).
La linea verde nel grafico, indica l’open interest che consiste nelle posizioni future non chiuse al termine della seduta borsistica, aspetto che per semplicità tralasceremo in questo articolo.
Forti di questi concetti base, possiamo ora tornare a esaminare il nostro grafico constatando che i Commercials (istogrammi rosa) che erano stati venditori per lungo tempo hanno via via assottigliato le loro posizioni nette, portandole quasi ad azzerarsi. Ciò significa che gli operatori sull’ORO FISICO stanno considerando gli attuali prezzi molto bassi, in gergo si potrebbe dire che ci troviamo in zona valore, e non vi sono motivazioni per coprire ulteriori discese di prezzo in quanto sarebbero limitate e temporanee.
L’altro elemento su cui dobbiamo prestare attenzione è il progressivo assottigliamento delle posizioni nette, non solo per i Commercials, ma per tutte e tre le categorie. Questo in genere ci segnala che il mercato si trova in un momento di temporaneo equilibrio, a cui seguirà un cambio delle forze in campo che indurrà un’inversione nella tendenza dei prezzi.

Una tale evoluzione è ben evidente nel grafico COT di fine 2015 qui sopra, dove si può notare come anche allora le posizioni delle tre categorie di operatori giunsero all’equilibrio con istogrammi pressoché azzerati.
Quella condizione di eccesso diede vita a un trend rialzista dell’ORO che durò sei mesi e portò le quotazioni dai 1.050 dollari l’oncia ai 1.380 dollari.
Concludendo, anche se attualmente sembrano non cessare le forze che spingono l’apprezzamento del dollaro e potrebbero deprimere il metallo giallo, il mercato dell’ORO si trova in una condizione di eccesso che, come sempre succede, i mercati andranno a riassorbire.
Non sappiamo quando, ma certo non passerà un tempo eccessivamente lungo e nel momento in cui accadrà i movimenti delle quotazioni potrebbero essere talmente violenti da non riuscire ad afferrarli in tempo.
Nathan Rothschild disse che “il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade” e questo, nel mercato dell’ORO, è uno di quei rari momenti visto che molti investitori vi hanno perso fiducia.
Se vuoi investire in ORO, hai solo da scegliere in che modo: monete o lingotti, o meglio ancora il deposito doganale che ti libera dal problema di trovare un posto dove custodirlo; pro aurum da sempre è il tuo partner di riferimento e offre le massime garanzie di affidabilità oltre a ottime quotazioni di compravendita.

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