E se le due Corea diventassero una? L’analisi di Morningstar

A cura di Morningstar
Non ci volevano certo i 23esimi Giochi olimpici invernali a Pyeongchang per portare all’attenzione del mondo la Corea del sud. Soprattutto dopo le recenti tensioni fra i vicini del Nord e gli Stati Uniti. Gli investitori invece, il paese sembrano conoscerlo molto bene visto che, ad esempio, l’indice Morningstar dedicato alla piazza di Seul nel 2017 ha guadagnato (in euro) quasi il 30%. Un andamento che ha permesso al listino di mettere molta strada fra sè e, per citarne uno, il paniere generale dedicato all’Asia-ex Japan (+18%). Guardando agli ultimi cinque anni, invece, le performance sono allineate attorno al +7%.
Indice Morningstar Korea (in verde)Vs Morningstar Asia-ex Japan: 1 anno
corea

Per la prima volta tuttavia, dopo che ai giochi ha partecipato una squadra femminile di hockey su ghiaccio composta da atlete dei due paesi, gli operatori hanno iniziato a chiedersi quali effetti potrebbe avere sugli affari una Corea riunificata e come questa potrebbe inserirsi nel contesto della regione.
Le due Corea a confronto
I due paesi sono diversissimi. Il Pil della parte Sud è l’11esimo a livello mondiale (in base ai dati della World Bank) mentre quello dei vicini è al 95esimo. Il reddito per persona nella parte settentrionale è il 5% di quello di un individuo che vive al di sotto del 38esimo parallelo. “C’è poi da considerare che quella del nord è un’economia chiusa, mentre al sud hanno il loro quartier generale alcune multinazionali come i gruppi dell’auto Hyundai e Kia o la società di elettronica Samsung”, spiega Holly Black, analista di Morningstar. “Tutti nomi che hanno attratto l’interesse degli investitori negli ultimi anni. Nella fusione fra i due paesi potrebbero esserci dei vantaggi. La Corea del nord, ad esempio, ha grandi depositi di minerali ferrosi e di terre rare. Senza contare che si aprirebbero nuove vie commerciali. Eliminare la minaccia militare, inoltre, ridurrebbe lo sconto a cui i titoli del sud vengono trattati proprio a causa delle continue tensioni”.
Ci sono però altre questioni da chiarire. Ad esempio: le aziende sudcoreane non sono famose per le loro buone pratiche di corporate governance. “Il nuovo governo ha introdotto normative di stewardship che dovrebbero costringere le società del paese ad essere meno opache con gli investitori e ad aumentare i dividendi”, dice Black
Si creerebbe una nuova terra promessa emergente nella regione? Escludendo la Cina (che per alcuni ormai sta perdendo lo status di paese in via di sviluppo), ci sono altre realtà che si stanno facendo notare dagli investitori, ad esempio fra le zone di frontiera. “Il mercato borsistico vietnamita ha registrato una fenomenale crescita del 61,2% (in euro) nel 2017”, spiega Jackie Choy, analista di Morningstar. “Il governo del paese ha ai blocchi di partenza una serie di privatizzazioni da effettuare nel corso del 2018”.

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