E’ un buon momento per le materie prime?

A cura di Fabien Weber, investment director di Gam 
Il 2018 è stato finora un anno ricco di eventi per i mercati globali. Quando si considerano gli eventi chiave dell’anno, è comprensibile che ci si concentri sul ritorno della volatilità, sull’impatto di una possibile guerra commerciale o anche sulle ripercussioni dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi a 10 anni superiori al valore soglia del 3%. Si parla meno invece del grande recupero delle materie prime. A fine aprile, il grano, il petrolio (sia il Brent che il West Texas Intermediate) e il mais hanno tutti fatto registrare rendimenti a doppia cifra (in termini di valuta locale). Ma questo solido inizio dell’anno ha rappresentato un’anomalia o è davvero l’inizio di un momento magico per il settore delle materie prime?
 A nostro avviso, gran parte del rinnovato interesse per le materie prime può essere attribuito al fatto che la classe di attività è una classe che performa bene nelle fasi mature di un ciclo economico, e tale ciclicità dipende dalla dinamica della domanda e dell’offerta e dal collegamento con lo stato di salute dell’economia globale. In sintesi, quando l’economia cresce vengono utilizzate più materie prime, le scorte diminuiscono e i prezzi aumentano. Sebbene il mondo abbia goduto di un prolungato periodo di crescita globale, il conseguente incremento delle materie prime non si è ancora concretizzato del tutto. Tuttavia il miglioramento dei fondamentali suggerisce che ci stiamo ora avvicinando a un ottimo momento per le materie prime, fase che potrebbe persistere anche nel corso dei prossimi anni. Diversamente dalla maggior parte delle asset class, le materie prime non vengono valutate in base ai futuri redditi attesi, ma vengono valutate in base allo stato attuale del contesto economico. Il grafico 1 illustra questa evoluzione, mostrando come l’asset class sia passata da una fase di eccesso di offerta nel 2015 a una fase di deficit nel 2018.
Questi cicli spesso iniziano quando i prezzi sono elevati, come nel 2008, e le aziende cercano opportunità di investimento, ad esempio le società del settore energetico e le imprese minerarie sviluppano nuove miniere o pozzi petroliferi. Tuttavia i benefici di tali investimenti non sono immediati; possono essere necessari diversi anni prima che nuove forniture raggiungano i mercati e in questo lasso di tempo il contesto economico generale può mutare radicalmente. Ad esempio, quando la nuova offerta di materie prime, imbastita con il boom del 2008, ha raggiunto i mercati nel 2013/14, l’economia mondiale non era più così solida, la domanda è diminuita e i prezzi sono scesi. I prezzi più bassi tendono a limitare i piani di investimento delle società e nel tempo le eccedenze di offerta iniziano ad essere assorbite, le scorte diminuiscono e nuovi deficit si materializzano.
Oltre alla fase favorevole in termini di deficit, riteniamo che in questo momento i prezzi delle materie prime siano estremamente interessanti. Il grafico 2 mette a confronto i massimi storici delle principali materie prime rispetto ai prezzi del 2018 e mostra come quasi tutte queste siano negoziate ad un prezzo inferiore del 30%-80% rispetto ai massimi storici. In realtà pochi sono gli esempi, come il palladio e il legname, per i quali i prezzi sono vicini ai massimi storici.
In questo momento ci sono a nostro parere alcune aree chiave all’interno del mercato delle materie prime tra cui:
Metalli
La dinamica della domanda e dell’offerta per i metalli industriali è indubbiamente interessante al momento; la nostra ricerca suggerisce che il mercato si trova ora in una fase di scarsità dell’offerta che non si registrava da 20 anni. Tuttavia, i prezzi non sono aumentati come previsto, un risultato che attribuiamo ai timori in merito alle previsioni sulla crescita della Cina. Detto questo, la domanda di metalli si è modificata negli ultimi anni, e riflette i cambiamenti avvenuti in campo tecnologico. Ci sono senza dubbio altre aree di interesse all’interno di questo settore. Un esempio chiave in questo senso è la crescente domanda di mercato di auto elettriche e la necessità di sviluppare batterie finalizzate a supportare questa crescita. Il litio e il cobalto sono stati i principali beneficiari di questa maggiore domanda, e dato che l’offerta per questi metalli è già limitata, le aziende ricercano accordi direttamente con i fornitori piuttosto che fare affidamento sul mercato per garantirsi le forniture. Sempre alla ricerca di nuove soluzioni, l’industria sta cercando di incorporare altri metalli, come il nichel, al fine di aiutare a risolvere il problema dell’offerta.
 
Energia
Sebbene le fonti di energia rinnovabile stiano guadagnando terreno, la domanda di fonti energetiche tradizionali non è diminuita, tanto che quest’anno abbiamo assistito al rafforzamento dei prezzi del petrolio. Quando si guarda al petrolio, è importante rendersi conto di come questo mercato venga pesantemente manipolato da fornitori chiave, come l’OPEC, che cercano di esercitare un controllo sui prezzi e di gestire le aspettative del mercato con la propria forward guidance. L’obiettivo più recente dell’OPEC è stato quello di ridimensionare le scorte fino a portarle ai livelli medi degli ultimi cinque anni, riducendo l’offerta e sostenendo il passaggio a una fase caratterizzata da prezzi del petrolio più elevati. Questo programma è stato rafforzato dalla recente notizia che gli Stati Uniti si stanno ritirando dall’accordo nucleare iraniano e che la produzione in Venezuela subirà dei rallentamenti, suggerendo così che la tendenza per i prezzi del petrolio sarà probabilmente positiva nel breve termine.
 
Agricoltura
A differenza di altri settori delle materie prime, la domanda di prodotti agricoli tende a rimanere sostanzialmente stabile, sebbene sia soggetta a fattori di lungo periodo come l’aumento della popolazione globale e la diminuzione dei terreni agricoli disponibili. Ciò significa che le preoccupazioni in merito alla catena di fornitura (che in genere derivano da fenomeni naturali, come ad esempio difficili condizioni meteorologiche in aree con una forte produzione agricola) hanno un’influenza ben maggiore sui prezzi. Un periodo di condizioni meteorologiche favorevoli negli ultimi anni ha permesso all’offerta di prosperare, ma i recenti periodi di siccità hanno portato a preoccupazioni specifiche in merito all’offerta di soia in Argentina, alle coltivazioni di cacao in Costa d’Avorio e alla produzione di grano negli Stati Uniti, tutti timori che hanno avuto un impatto positivo sui prezzi.

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