Economia: Stati Uniti in crescita, Germania in declino

A cura di Wings Partners Sim

Negli Stati Uniti, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, degli affitti e dei capi di abbigliamento durante il mese di gennaio è riuscito a compensare un forte calo del prezzo della benzina sostenendo l’aumento dell’inflazione, che ha come obiettivo il 2%. Gli indici su prezzi al consumo statunitensi rivelati durante la giornata di ieri hanno infatti mostrato, anche se modesto, un aumento nel periodo riferito al primo mese del 2020. Il Cpi è aumentato dello 0,1% a gennaio, nonostante le attese fossero in linea con i tre mesi precedenti per un incremento dello 0,2%.

Come accennato precedentemente, l’indice ha registrato una crescita grazie al costo dei prodotti alimentari, dei servizi di assistenza medica e degli affitti, quest’ultimo aumentato del 0,4%. Settori che sono riusciti a limitare l’effetto negativo della debolezza del mercato del petrolio, che ha causato un calo dei prezzi della benzina dell’1,6% in un solo mese. Se si analizza infatti l’indice principale dei prezzi al consumo, che scorpora il settore energico, l’incremento migliora le attese degli analisti e si conferma allo 0,2% contro lo 0,1% del mese precedente. Su base annua i prezzi al consumo sono aumentanti del 2,5% rispetto a gennaio 2019, registrando il più grande aumento da ottobre 2018.

Sempre nella giornata di giovedì la politica economica del Regno Unito è stata messa in discussione dalle dimissioni del Cancelliere dello Scacchiere, Ministro delle Finanze, Sajid Javid dopo una discussione con Boris Johnson. Discordia tra il primo ministro britannico e il suo ormai ex responsabile finanziario, causata dalle dichiarazioni di Johnson in cui ha affermato di non poter rispettare le regole fiscali annunciate da Javid, secondo le quali la spesa pubblica inglese deve essere pareggiata dalle entrate entro tre anni. Il bilancio in pareggio fiscale è sempre stato un obiettivo rigoroso per l’ex ministro e, Boris Johnson, che durante la sua campagna elettorale aveva promesso tagli fiscali per 20 miliardi di sterline, non sarà in grado di rispettarlo.

Per quanto riguarda l’Unione Europea, sono stati rilasciati questa mattina i dati sul Pil della Germania riferiti all’ultimo trimestre dello scorso anno. La più grande economia europea è stata colpita da una serie di fattori, come l’incertezza sul successore della cancelliera Angela Merkel, che ne hanno rallentato la crescita trasformandola in una delle economie più lente dell’Unione Europea.

Il Prodotto Interno Lordo negli ultimi tre mesi del 2019 non ha registrato alcuna crescita mostrando lo 0%, contro le attese di un modesto incremento dello 0,1%, che già comunque peggioravano il trimestre precedente attestatosi allo 0,2%. Finale di 2019 confermatosi molto negativo per la Germania che non ha rovinato l’intero anno per il quale si registra un aumento del Pil per lo 0,3%, molto moderato in paragone all’1,1% del 2018.

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