Elezioni italiane: ostacoli e opportunità per gli investitori

A cura di Hermes Im
Le elezioni italiane sono spesso trattate come un’opera buffa e il voto di domenica prossima non sembra essere diverso. Un nuovo sistema elettorale, il ritorno politico di Silvio Berlusconi e l’insurrezione del Movimento 5 Stelle stanno dominando la scena. Ma poiché ad andare al voto è la terza potenza economica dell’eurozona, è necessario valutare il panorama degli investimenti in Italia.
Silvia Dall’Angelo, Senior Economist
L’Italia non è estranea all’instabilità politica, considerato che storicamente i governi italiani hanno avuto una vita breve, con 65 amministrazioni che si sono avvicendate sin dalla fine della seconda guerra mondiale. Ciò vuol dire che in media, ogni governo è durato un anno.
Le elezioni hanno avuto una certa frequenza e le alleanze post elettorali tra i partiti sono comuni. Tra il 1945 e il 1994, la democrazia cristiana ha assunto un ruolo di primo piano sulla scena politica. Successivamente, il potere è oscillato tra i partiti di centrodestra e di centrosinistra. Dal dicembre del 2016, l’Italia è sotto la guida di Paolo Gentiloni, a seguito le dimissioni di Matteo Renzi dalla carica di primo ministro rassegnate dopo il fallimento del referendum per la riforma del Senato.
Il 4 marzo, la politica italiana tornerà sotto i riflettori quando il paese si recherà di nuovo alle urne. Dopo le elezioni politiche del 2013, l’economia italiana ha registrato un ritorno alla crescita, ma è ancora in ritardo rispetto agli altri paesi europei. Inoltre, il livello del debito pubblico resta ancora alto attestandosi intorno ai 3,2 trilioni di euro, e si è discusso poco della profonda crisi bancaria del paese. Tuttavia, i mercati non stanno considerando il rischio di uno shock elettorale, ma questa indifferenza non può durare a lungo.
L’enigma elettorale: stallo o grande coalizione?
Secondo gli ultimi sondaggi, l’alleanza di centrodestra di Silvio Berlusconi avrebbe un chiaro vantaggio, ma non sufficiente per ottenere una maggioranza di governo, evidenziando quindi una situazione di stallo politico. Secondo le regole elettorali italiane, i sondaggi non possono essere pubblicati nelle ultime due settimane di campagna elettorale, il che rende difficile prevedere l’esito delle elezioni.
Alle incertezze si aggiunge il nuovo e complesso sistema elettorale misto del paese, chiamato Rosatellum, che sarà utilizzato per la prima volta domenica. A differenza del sistema precedente, non dà automaticamente la maggioranza a nessun partito che ottiene più del 40 per cento dei voti. Invece, il 37 per cento dei seggi parlamentari (sia alla Camera che al Senato) sarà assegnato in base al sistema maggioritario uninominale (ovvero un collegio che esprime un solo seggio), mentre il resto sarà ripartito in modo proporzionale.
 
I possibili risultati sono 5:

  1. Stallo politico: Gentiloni resta al Governo fino a quando saranno indette nuove elezioni
  2. Vittoria del centrodestra: coalizione del gruppo dei partiti di destra capeggiati da Forza Italia di Silvio Berlusconi, con l’anti-europeista Lega Nord e il partito nazionalista Fratelli d’Italia.
  3. Coalizione di centrosinistra: alleanza guidata dal PD di Renzi.
  4. Maggioranza al M5S: guidato da Luigi Di Maio, il Movimento 5 Stelle rappresenta lo spirito ribelle di un’ampia parte della classe media contro il sistema politico. Il partito è euroscettico e vorrebbe migliorare le relazioni con Vladimir Putin.
  5. Governo di larghe intese: un’ampia coalizione che coinvolge le parti dell’alleanza di centrodestra, in particolare Forza Italia, e parte dell’alleanza di centrosinistra, ossia il PD. È considerato il risultato più favorevole al mercato, in quanto si tradurrebbe nel prolungamento delle politiche attuali.

Nessun rischio economico nel breve
I partiti politici hanno spostato la loro attenzione verso l’economia nelle ultime settimane di campagna elettorale, dopo che gli ultimi sondaggi non hanno mostrato alcun vincitore assoluto. Forza Italia sta puntando sui tagli fiscali per accelerare la crescita, mentre il Movimento 5 Stelle sta proponendo un piano di lavoro in cambio di prestazioni denominato “reddito di cittadinanza”, e il PD intende introdurre un reddito di inclusione.
I partiti politici si sono inoltre impegnati a far fronte all’enorme indebitamento del Paese: Forza Italia si impegna a ridurre il debito del 30% in cinque anni, il PD promette la stessa riduzione in 10 anni e il Movimento 5 Stelle si impegna a tagliare il debito del 40% nei prossimi dieci anni.
Per l’economia italiana, le prospettive di breve termine sono costruttive in virtù dell’elevata sensibilità alla domanda esterna che permette al Paese di beneficiare dell’attuale fase di ripresa dell’economia globale.
Sebbene i rischi nel breve termine siano contenuti, nel medio termine ci sono alcune sfide da affrontare. Il paese ha bisogno di riforme strutturali per riacquistare competitività, ma queste dipenderanno dall’esito delle elezioni e dalla capacità del nuovo governo di realizzare le riforme economiche e strutturali necessarie. Due osservazioni:

  1. Secondo gli ultimi sondaggi, gli elettori sono divisi; e
  2. Il nuovo sistema elettorale non ancora collaudato tende a favorire le coalizioni.

Ciò suggerisce che le elezioni condurranno probabilmente a una coalizione di governo con un mandato debole. Una nota positiva è che un governo di coalizione implicherebbe una sostanziale continuità politica. Di conseguenza la disciplina di bilancio potrebbe continuare, consentendo una graduale riduzione del rapporto debito/PIL, che con il 132% è uno dei più elevati del mondo industrializzato. Con un governo di coalizione sarebbe inoltre improbabile perseguire politiche controverse, come quella di abbandonare l’euro. Tuttavia, un governo di coalizione probabilmente non avrebbe il capitale politico per proporre le riforme strutturali necessarie. Sebbene negli ultimi anni il governo abbia tentato di affrontare alcuni problemi strutturali, le debolezze continuano a pesare sul potenziale di crescita del paese, come dimostra la lenta crescita della produttività del lavoro.
 
 
Obbligazioni e banche: verso le elezioni senza tensioni
La debolezza del settore bancario nazionale e il suo enorme indebitamento hanno rappresentato un freno alla crescita economica nell’ultimo decennio.
Filippo Alloatti, Senior Credit Analyst
I mercati obbligazionari sono generalmente sensibili al rischio politico. Al momento, però, sembrano ancora impassibili di fronte alle elezioni imminenti. Questo cambierà subito dopo il risultato elettorale, poiché gli investitori monitorano attentamente i credit spread delle banche e i BTP. I credit spread delle banche e i BTP italiani sono interconnessi, dato che i titoli governativi italiani e le agenzie sovranazionali rappresentano il 18% del patrimonio totale delle banche, rispetto a una media UE di circa il 10%.
I mercati obbligazionari italiani si sono dimostrati resilienti nella fase di avvicinamento alle elezioni, sostenuti da una solida economia europea e dal ridimensionamento dei messaggi anti-euro da parte di alcuni schieramenti politici. Dall’inizio dell’anno, lo spread dei rendimenti decennali italiani si sta restringendo, il che lascia supporre che gli investitori non siano stati influenzati dalle elezioni. La scorsa settimana, un po’ di disagio si è insinuato sul mercato, portando lo spread tra i decennali italiani e i bund al livello più ampio da gennaio. Tuttavia, il differenziale di rendimento è ancora vicino al punto in cui si trovava all’inizio di febbraio, ossia il livello più basso dell’ultimo anno.
Un po’ di volatilità pre-elettorale potrebbe essere vista come un’opportunità per sbloccare il debito italiano. Tuttavia, è importante guardare ai risultati delle elezioni, che dovrebbe portare a una situazione di stallo politico. Nel caso di un parlamento sospeso, gli spread potrebbero allargarsi in quanto servirà tempo ai partiti per formare una coalizione. Alla fine comunque un governo verrà formato e non pensiamo che l’opzione di nuove elezioni sia sul tavolo.
Inoltre, le elezioni si svolgono a soli tre mesi di distanza dall’avvio della riduzione del programma di acquisto dei titoli obbligazionari da parte della Banca Centrale Europea da 60 miliardi a 30 miliardi al mese. Le obbligazioni italiane sono state tra i principali beneficiari del quantitative easing e, sebbene vi sia una domanda sufficiente di BTP da parte di altri investitori, un esito elettorale a sorpresa potrebbe indurre la BCE a prorogare il QE oltre la data di fine settembre.
Nel frattempo, il settore bancario ha compiuto progressi nel gestire la mole dei crediti in sofferenza (NPL) e nel raccogliere capitali per rafforzare i bilanci. Ma il settore è ancora in ripresa. Sebbene il capitale privato e pubblico abbia portato a una riduzione delle NPL, il lavoro non è ancora finito. Le banche italiane rappresentano ancora circa un quarto degli NPL della zona euro, le più grandi dell’UE. Tuttavia, gli ultimi dati della Banca d’Italia hanno dimostrato che lo stock di NPL è sceso del 5,5% in novembre, a 173 miliardi di euro, rispetto al mese precedente. Anche se gli NPL hanno pesato sul Profit&loss delle banche attraverso l’aumento degli accantonamenti per perdite su crediti, i tassi negativi (cioè l’Euribor) si sono rivelati più penalizzanti per la redditività delle banche. Il nuovo governo dovrà continuare ad affrontare il problema degli NPL e rafforzare la capitalizzazione del sistema.
Azionario Italia: un’opportunità di investimento?
Anche i mercati azionari non sono stati turbati dalle imminenti elezioni. Nel mese di gennaio l’Italia è stata la piazza azionaria più performante d’Europa e ha continuato a guadagnare slancio nonostante il ritorno alla volatilità del mese scorso.
Lewis Grant, Senior Portfolio Manager, Global Equities
L’indice di riferimento italiano FTSE MIB ha registrato da inizio anno una crescita di circa il 4% rispetto al pan-europeo Euro Stoxx 600 che ha perso oltre il 2%. Questa robusta performance evidenzia la sua resistenza all’incertezza politica di fronte a prospettive apparentemente negative. I possibili risultati dello stallo politico, delle nuove elezioni o di un governo di larghe intese non lasciano sperare in riforme significative o in aumenti di produttività. Inoltre, anche se i dati della zona euro indicano una crescita robusta e sostenibile, l’Italia è in ritardo rispetto ad altri paesi e non vi è molto da sperare che queste elezioni miglioreranno la situazione.
La forte performance delle azioni italiane è stata trainata dai cacciatori d’affari. Al momento, le azioni italiane continuano a sembrare relativamente poco costose e hanno, quindi, attirato gli investitori che acquistano titoli fortemente scontati, in particolare nel settore bancario. I titoli bancari sono stati i grandi vincitori nel 2018, poiché i progressi nella stabilizzazione del settore bancario e i dati economici positivi hanno restituito agli investitori l’interesse per gli asset italiani. L’anno scorso, il governo italiano ha impegnato 17 miliardi di euro per la liquidazione di due istituti di credito veneti e della Banca Monte dei Paschi di Siena, ritenuta da molti la principale fonte di rischio sistemico per il settore. Il nuovo governo dovrà adottare ulteriori misure per garantire la ripresa del settore bancario.
Siamo esposti su UniCredit, il cui flusso di ricavi geograficamente diversificato permette alla banca di generare crescita in altri mercati. L’azienda è, dunque, meno sensibile alla politica italiana e a un potenziale rallentamento dell’economia nazionale a seguito delle elezioni. In caso di una volatilità del mercato a breve termine, influenzata dal sentiment, potremmo vedere ulteriori opportunità di acquisto su questi nomi.
Per il momento prevale la calma
L’incertezza di qualsiasi elezione politica importante è sempre suscettibile di comportare un certo rischio. Tuttavia, nonostante un panorama politico frammentato e un nuovo sistema elettorale di voto non testato, i mercati rimangono per ora calmi. Ciò potrebbe cambiare subito dopo i risultati, in quanto gli investitori dovranno assimilare il risultato. Gli investitori dovranno, quindi, prestare attenzione alle opportunità di investimento – e agli ostacoli – che emergono da uno dei contesti politici più incerti della storia d’Italia.

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