Etp, aumentano i flussi sui metalli preziosi e sul dollaro

A cura di Etf Securities

Gli ETP sull’oro hanno attratto i maggiori afflussi delle ultime 23 settimane, poiché l’avversione al rischio è salita alla ribalta a fronte dell’attività militare in Siria e delle persistenti tensioni commerciali. Dopo giorni di continue minacce proferite da Donald Trump, venerdì Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno lanciato un attacco missilistico nel tentativo di distruggere gli stabilimenti di produzione di armi chimiche del regime di Assad in Siria. In risposta il presidente russo Vladimir Putin ha condannato gli attacchi e avvertito che tali azioni avrebbero condotto inevitabilmente al caos. In qualità di approdo storicamente prescelto in tempi di incertezza politica, ci aspettiamo che l’oro continui a beneficiare di una domanda sostenuta finché proseguirà il conflitto tra USA e Russia sulla scia della crisi siriana. In effetti, per la maggior parte di quest’anno l’oro ha svolto il ruolo di bene rifugio. Le sospensioni dell’attività di governo negli Stati Uniti, il continuo scambio di minacce tra USA/Giappone e Corea del Nord, l’escalation di una guerra commerciale tra le maggiori economie mondiali, il ritorno di tensioni da guerra fredda tra la Russia e gli alleati della NATO, la potenziale reintroduzione di sanzioni contro l’Iran e la guerra a distanza tra quest’ultimo e l’Arabia Saudita non sono che alcune fonti di ansia per gli investitori. “In aggiunta, l’indebolimento del dollaro USA ha dato sostegno ai prezzi dell’oro, che hanno chiuso la settimana scorsa in rialzo dell’1%. Anche i prezzi dell’argento sono aumentati sulla scia del metallo giallo”, ha affermato Massimo Siano, Executive Director – Head of Southern Europe di ETF Securities.

Gli ETP sull’argento hanno raccolto 13,6 milioni di dollari, segnando la quinta settimana consecutiva di afflussi. “Restiamo ottimisti sui fondamentali dell’argento alla luce di un ciclo industriale solido e di un’offerta mineraria limitata, e ci aspettiamo un suo recupero nel 2018”, ha proseguito Siano.

Gli afflussi negli ETP sul rame sono aumentati di 29,1 milioni di dollari, invertendo la tendenza negativa delle due settimane precedenti. A causa della loro natura ciclica, le quotazioni dei metalli industriali hanno subito significative pressioni a fronte della persistente minaccia di una guerra commerciale.  La scorsa settimana il Perù, il secondo maggior produttore di rame dopo il Cile, ha confermato l’intenzione di produrre 3 milioni di tonnellate all’anno (il 36% in più rispetto all’anno precedente) entro il 2022, secondo quando dichiarato dal viceministro dell’Energia e delle Miniere del paese. Nonostante l’aumento dell’offerta, lo scorso anno il mercato globale del rame ha registrato su base destagionalizzata un deficit di offerta di 155.000 tonnellate, come confermato dall’International Copper Study Group (ICSG). “Benché il deficit appaia destinato a diminuire leggermente sulla scia dell’incremento dell’offerta, la domanda resta piuttosto sostenuta. Secondo i dati delle autorità doganali, nel primo trimestre del 2018 le importazioni cinesi di concentrato di rame sono salite dell’8% rispetto all’anno precedente”, ha dichiarato Siano.

Le posizioni in ETP sul dollaro si sono ampliate per la seconda settimana consecutiva salendo a 10,2 milioni di dollari, in quanto gli investitori hanno scommesso contro l’euro. La diminuzione dell’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) in Europa dai livelli record di gennaio, abbinata all’indebolimento dei dati macroeconomici europei la scorsa settimana, ha gravato sulla fiducia nei confronti della ripresa economica del Vecchio Continente. “Crediamo che l’attuale rallentamento rifletta semplicemente una pausa di metà ciclo e prevediamo che l’Europa continuerà a registrare una crescita economica robusta”, ha rilevato Siano.

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