Europa, fondamentale essere selettivi

A cura di Richard Carlyle, Investment Director di Capital Group

Dopo aver dato qualche segnale di accelerazione nella seconda metà del 2017, la prima parte del 2018 ha visto un rallentamento dell’indice manifatturiero PMI europeo. Tutte le maggiori economie dell’Eurozona hanno sperimentato tale calo, particolarmente significativo in Francia e Italia. Le ragioni di tale andamento sono attribuibili al maltempo, a un euro forte e a segnali evidenti di un’attività industriale cinese debole. Prevedibilmente, il mercato azionario europeo si è indebolito in risposta alle nuove preoccupazioni in merito all’attività economica.

I mercati azionari potrebbero tuttavia aver reagito in maniera eccessiva al rallentamento dell’Eurozona. Le valutazioni dell’azionario europeo restano interessanti, e se si considera il rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo gli Stati Uniti appaiono costosi rispetto all’Europa. Anche le valutazioni nella maggior parte dei settori dei mercati europei sono sotto le medie di lungo periodo. Se vediamo una crescita durante la restante parte del 2018 unita a una politica monetaria supportiva e un euro più debole, allora c’è possibilità per il mercato europeo di continuare a crescere.

In Italia, il nuovo governo populista ha alimentato i timori che l’Italia possa sperimentare una crisi fiscale simile a quella greca. Tuttavia, il nostro economista europeo – Robert Lind – ritiene che tale crisi sia improbabile, dato che il sistema politico interno e le normative fiscali europee limitano le politiche del nuovo governo e la posizione fiscale attualmente compiacente.

Ciò nonostante, dopo un forte crescita nel 2017, i titoli italiani possono essere vulnerabili all’aumento dei rischi fiscali e politici. In base a questo scenario, investire in modo selettivo è l’elemento chiave.

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