Europa: i dati macro incoraggiano, azionario interessante

di T. Rowe Price

I dati provenienti dall’Europa continuano a essere incoraggianti. L’indice PMI composito resta ben al di sopra del livello di espansione, mentre il Prodotto interno lordo è cresciuto stabilmente, con un rialzo dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,5% su base annuale. L’euro più debole, il petrolio più economico, e il programma di acquisto titoli della Banca centrale europea, sono tutti elementi che hanno fatto aumentare le attese sulla crescita economica nel 2015.

A livello di singoli Paesi, le condizioni economiche sono variegate e continuiamo a vedere aree di opportunità. Nella periferia, la disoccupazione resta ancora elevata, nonostante i recenti cali visti in Spagna e in Italia siano sviluppi da sottolineare. I progressi compiuti sul fronte delle riforme strutturali e il calo degli stipendi hanno prodotti livelli di competitività più elevati, che dovrebbero dare una spinta ai conti con l’estero e sostenere l’attività economica nell’area.

La politica monetaria divergente rispetto a quella di Stati Uniti e Regno Unito ha condotto a una forte correzione dell’euro, dando un supporto alle società che producono utili anche all’estero e facendo ulteriormente aumentare la competitività dei Paesi dell’area della moneta unica. Sembra che i consumatori stiano riguadagnando un po’ di fiducia nella maggior parte dei mercati, e le condizioni del credito paiono esser migliorate: due fattori incoraggianti. Sebbene l’inflazione rimanga significativamente al di sotto del target, il recente intervento di rafforzamento del programma di acquisto asset da parte della Banca centrale europea (BCE) ha migliorato le prospettive per i prezzi.

L’ultima stagione delle trimestrali è stata, in generale, positiva: la proporzione di società che hanno battuto le attese sui profitti è aumentata rispetto ai tre mesi precedenti. E, forse ancora più importanti, lo slancio degli utili rimane costruttivo, con un miglioramento delle guidance per molte compagnie e revisioni delle attese in gran parte positive. E’ poi incoraggiante che le società più orientate al mercato interno stiano centrando le attese. La nostra preferenza per aziende di elevata qualità con maggior esposizione domestica, sia verso i Paesi europei core sia verso i periferici, ha aiutato a contrastare il rallentamento dei Mercati Emergenti.

Il recente derating è servito ad aumentare l’attrattività dei titoli azionari europei, con il rapporto P/E forward che è sceso a livelli visti per l’ultima volta prima che la BCE iniziasse il programma di allentamento quantitativo. Su base aggiustata per il ciclo, il rapporto P/E per il mercato europeo attualmente si attesta a 14x rispetto a una media di lungo termine vicina a 20x. Poiché questa misura utilizza la media degli utili degli ultimi dieci anni, riteniamo che sia un indicatore utile circa l’attrattività di un mercato, assumendo un livello normalizzato dei profitti. Tale dato è allettante anche rispetto ad altri Mercati Sviluppati.

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