Eurozona, cresce l’economia e cala la disoccupazione. Inflazione al palo

A cura di Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, Schroders
PIL. In una giornata ricca di dati, la crescita dell’Eurozona è stimata nel primo trimestre del 2016 a +0,6%, il doppio rispetto agli ultimi tre mesi del 2015 e al di sopra delle attese del consenso (+0,4%). Si tratta della prima lettura “flash” del dato sul PIL da parte di Eurostat, pubblicata prima del solito (30 giorni dopo la chiusura del trimestre). Di conseguenza sono pochi i dettagli disponibili in questa fase. La consueta lettura del dato, dopo 45 giorni dalla chiusura del trimestre, offrirà il disaggregato relativo ai contributi dei singoli Stati membri.
In ogni caso, sappiamo che il PIL della Francia ha registrato un rimbalzo nel primo trimestre, a +0,5% dal +0,3% del quarto trimestre 2015, rispetto a una stima di consenso pari a +0,4%. Ci aspettavamo questa ripresa, poiché l’attività economica sembrava aver rallentato l’anno scorso, come reazione agli attacchi terroristici di Parigi. In effetti, la principale spinta positiva negli ultimi dati è legata all’accelerazione dei consumi e della crescita degli investimenti aziendali. Ciò vuol anche dire che, se la fiducia è ormai ritornata, dopo gli eventi tragici dello scorso anno, per il resto del 2016 possiamo aspettarci una moderazione della crescita, piuttosto che il mantenimento dell’attuale ritmo. La Francia ha ancora problematiche strutturali significative, che molto probabilmente non saranno risolte prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno.
Anche la Spagna ha sorpreso al rialzo, crescendo dello 0,8% per il terzo trimestre consecutivo, nonostante un chiaro rallentamento della produzione manifatturiera a gennaio e febbraio. Sono quindi buone le basi per il resto del 2016, sebbene ci aspettiamo che il tasso di crescita annuale rallenti dall’attuale 3,4% a circa il 3%, sulla scia della prolungata incertezza del quadro politico. Stessa sorpresa positiva anche dall’Austria, dove la crescita ha accelerato dallo 0,2% allo 0,6% nello stesso periodo, il tasso trimestrale più alto da inizio 2015.
Il PIL tedesco non è ancora stato reso noto, ma i primi indicatori mostrano una significativa ripresa della produzione industriale e delle vendite al dettaglio, cosa che dovrebbe supportare un’accelerazione, quando il dato sarà pubblicato, nel giro di un paio di settimane.
Inflazione. Sebbene la crescita dell’Eurozona sembri essere sulla strada giusta, lo stesso non si può dire per l’inflazione, scesa a -0,2% a/a ad aprile, deludendo le attese del consenso. L’energia continua a essere il maggior ostacolo al tasso headline, nonostante anche il tasso core (escludendo cioè alimentari, energia, alcolici e tabacco) sia sceso dall’1% di marzo allo 0,8% di aprile.
Le vacanze pasquali di fine marzo, cadute prima del solito, avrebbero dovuto far sì che l’inflazione fosse un po’ più forte del normale nel mese, e poi più debole ad aprile. Ma il quadro generale è comunque debole, con l’indicatore che si colloca, in alcuni Paesi, in territorio fortemente negativo (per esempio in Spagna, – 1,2%).
La recente forza dell’euro, nonostante le misure di stimolo della Banca centrale europea (BCE), ha indubbiamente avuto un ruolo nel mantenere bassa l’inflazione. Continuiamo ad attenderci che l’Eurotower taglierà ancora i tassi di interesse, dato che l’inflazione e la moneta unica non reagiscono agli interventi di Francoforte.
Disoccupazione. Infine, Eurostat ha indicato un declino della disoccupazione dell’Eurozona – al 10,2% a marzo, dal 10,4% di febbraio e 11,2% di marzo 2015. I continui cali della disoccupazione suggeriscono che il PIL sta crescendo al di sopra del potenziale o del tasso tendenziale. Nel tempo, questo dovrebbe permettere di rimuovere la maggior parte della capacità in eccesso nel mercato del lavoro e, alla fine, dovrebbe spingere salari e inflazione al rialzo. Tuttavia, ci potrebbero volere ancora un paio d’anni prima di poter considerare l’inflazione nuovamente a livelli normali: un lusso che la BCE potrebbe non essere in grado di permettersi, dato il suo mandato.
E’ interessante sottolineare che cali dei tassi di disoccupazione si sono registrati in tutta l’Eurozona, suggerendo che la ripresa macro economica si sta ampliando.
Nel complesso, i dati pubblicati oggi (29 aprile) sono positivi per l’Eurozona. Nonostante dati deboli dal comparto aziendale nell’ultimo trimestre, la crescita sottostante si è dimostrata più resistente. L’inflazione continua però a deludere e restiamo dell’idea che la BCE dovrà attuare ulteriori stimoli. Anche se le autorità dovessero agire in un’altra direzione, restiamo fiduciosi sul fatto che, nel tempo, l’inflazione dovrebbe riprendersi, dato che è un lagging indicator.

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