Eurozona in frenata, la Bce cerca rimedio. Le conseguenze sui mercati

Euro/dollaro ai minimi da fine giugno 2017, il Bund tedesco ha invertito al rialzo la rotta, tutti i principali listini azionari mondiali sono scesi e l’oro ha rialzato la testa. Questa la reazione del mercato dopo il meeting della Bce.

Ieri Draghi ha essenzialmente confessato quello che tutti già sanno: l’economia europea, dopo un breve periodo di forza alla fine del 2017/inizio 2018, sta nuovamente decelerando. Altrettanto importante è poi il fatto che diversi anni di tassi overnight negativi e miliardi di acquisti di asset non hanno fatto nulla per far salire l’inflazione o le aspettative di inflazione”. L’avvertimento arriva da Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis IM, che spiega inoltre come: “I nuovi TLTRO possono essere il meglio che la Bce può offrire, dato che riducendo ulteriormente i tassi overnight al di sotto dello 0% si mette a dura prova le banche che stanno già soffrendo. Tuttavia nel frattempo, gli acquisti di asset aggiuntivi sono limitati, in quanto non ci sono più obbligazioni di alta qualità da acquistare”.

Draghi, in altri termini, sta scoprendo che le straordinarie iniziative politiche possono evitare la depressione, ma dimostrano scarsa capacità di creare e sostenere un’espansione economica.

Se la situazione non migliora il prossimo passo sarà un Quantitative Easing 2, non ci sarà altro modo – afferma Eric Vanraes, head of fixed income investments di EI Sturdza – Il mercato obbligazionario sta reagendo con un rally del Bund e un assottigliamento dello spread con i Btp italiani. Italia che è stata menzionata tra i fattori che incidono sul rallentamento della crescita dell’Eurozona.E niente rally per i mercati azionari, zavorrati dalle banche dato che i dettagli forniti sulla nuova ondata Tltro sono meno favorevoli rispetto al passato, il Tltro 3 potrebbe non essere un successo e molte banche potrebbero trovare finanziamenti più economici nel mercato dei covered bond“.

Draghi si è però spinto oltre avvertendo la platea di un “potenziale rallentamento dell’economia Usa”. “Ma questa non è certo l’opinione della Fed – fa notare Vanraes –  visto che Powell sostiene che l’economia statunitense è sulla giusta rotta e che i pericoli al ribasso derivano da fattori internazionali come le frenate di Cina e Europa, Brexit o la situazione nei Mercati Emergenti”.

Chi avrà ragione? Ovviamente per il momento non è dato a sapersi. Di certo resta il fatto che, già da ora, trader e investitori devono fare i conti con i primi livelli tecnici di supporto a Wall Street (particolarmente importante è quello in area 2.700 per l’S&P 500) e, di riflesso, anche degli altri listini azionari nel mondo, Piazza Affari compresa.

L’indice S&P 500

 

 

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