Exane: rendimenti a 10 anni più bassi a luglio

A cura di Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas
La scorsa settimana i mercati azionari europei hanno continuato a perdere terreno, registrando bassi volumi. Con Tsipras che si è concesso una visita in Russia ed i partner europei che iniziano ad accettare l’idea di una Grexit, è evidente come la situazione sia peggiorata prima di un possibile miglioramento. Ritengo che accettare l’idea di una Grexit ed il conseguente rischio di collasso del sistema bancario ellenico sia una fase necessaria del processo di negoziazione.
Nessuno sa come si evolverà l’attuale situazione. Ma nel corso degli ultimi giorni la pressione su Tsipras è aumentata. Per questo motivo le probabilità di raggiungere un accordo all’ultimo minuto sono maggiori. Numerosi sondaggi mostrano come la maggioranza dei cittadini greci voglia rimanere nell’Eurozona a qualunque costo. Inoltre, il governo sa bene che il popolo greco è stanco di questa situazione e vuole trovare una soluzione. Nonostante ciò, un accordo definitivo non è ancora stato raggiunto perché manca la fiducia fra la Grecia ed i suoi partner europei. Inoltre potrebbe cambiare la coalizione di governo in quanto alcuni membri di Syriza, nel caso venisse raggiunto un accordo, voteranno la sfiducia.
Il mancato raggiungimento di un accordo nel corso della settimana, con un conseguente collasso del sistema bancario del paese, potrebbe paralizzare l’economia greca comportando un incremento drammatico dell’instabilità sociale e politica. Per quanto riguarda l’Eurozona, se lo shock sulla fiducia dovesse essere temporaneo (cioè non superiore ad uno o due mesi), l’impatto sull’economia sarebbe a nostro avviso ridotto. La BCE ha gli strumenti adatti a contenere il contagio sui mercati delle obbligazioni sovrane. Sarà quindi fondamentale capire quanto stress la BCE sarà in grado di sopportare, in quanto ciò potrebbe rappresentare uno strumento per esercitare pressioni sui governi e ottenere delle risposte politiche.
Oltre alla situazione greca, luglio sarà un mese chiave per i mercati delle obbligazioni sovrane dell’Eurozona. Ci aspettiamo che nel corso dei prossimi mesi il rendimento del Bund a 10 anni possa nuovamente tornare vicino allo 0% e, più in generale, che i rendimenti sovrani dell’Eurozona ricominceranno a scendere a luglio. Infatti, nel corso del mese, la liquidità dei mercati delle obbligazioni sovrane dell’Eurozona diminuirà drasticamente in quanto l’ammontare di obbligazioni in circolazione si ridurrà di 90 miliardi di Euro. Finora, la stagionalità delle emissioni di titoli di Stato è servita a stimare l’aumento dei rendimenti di maggio. Vedremo se questo fattore permetterà di spiegare il calo dei rendimenti anche nel mese di luglio. Se nel corso della prossima settimana non venisse raggiunto un accordo con la Grecia, il calo dei rendimenti sovrani tedeschi potrebbe iniziare anche prima del previsto.
Come ricordato nelle nostre ultime pubblicazioni, in assenza di uno shock politico l’andamento dei rendimenti del T-Bond e del Bund a 10 anni dovrebbe evidenziare un’elevata correlazione. In un certo senso, la Fed e la BCE hanno usato la stessa medicina. Per questo motivo, un potenziale calo dei rendimenti in Eurozona dovrebbe comportare un’uscita di flussi che si riverserebbero sui mercati obbligazionari statunitensi. Perciò anche il rendimento del T-Bond a 10 anni dovrebbe scendere a luglio. Il diverso posizionamento ciclico fra Stati Uniti ed Eurozona dovrebbe tuttavia tradursi, nel breve periodo, in un ulteriore decoupling in termini di politica monetaria. Per questo motivo, lo spread a 2 anni fra i rendimenti USA e quelli dell’Eurozona dovrebbe continuare ad aumentare, soprattutto se la Fed dovesse alzare i tassi a settembre (a nostro avviso questo è ancora lo scenario maggiormente probabile, nonostante dagli ultimi FOMC siano emerse posizioni maggiormente dovish).
Ci aspettiamo inoltre un decoupling dei margini societari fra Stati Uniti ed Eurozona. Da un punto di vista ciclico, in USA i margini sono destinati a diminuire mentre in alcuni paesi dell’Eurozona, come Francia ed Italia, i margini potrebbero sorprendere al rialzo. La situazione in Germania è invece maggiormente controversa perché il momentum positivo dei margini aziendali del settore Construction è in parte bilanciato dall’impatto negativo sui margini derivante dall’aumento dei salari reali negli altri settori legati ai servizi.
Tutto sommato, nel breve periodo non rimane che aggrapparci alle parole di Tsipras. Per questo motivo gli investitori risentono dell’enorme incertezza e preferiscono evitare di assumere rischio nel breve termine. Nonostante preferiscano attendere gli sviluppi della situazione ellenica, la grande novità di luglio, cioè lo stimato calo dei rendimenti a 10 anni grazie all’atteso calo della liquidità dei mercati obbligazionari sovrani dell’Eurozona, potrebbe, alla luce della recente ondata di vendite sui mercati obbligazionari dell’Eurozona e del recente aumento dei rendimenti USA, cogliere di sorpresa molti investitori.

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