Exor tratta su Partner Re, dividendo straordinario in arrivo?

Riflettori puntati sulla blue chip Exor, che a Piazza Affari apre la settimana in rialzo di oltre il 4% toccando i 73,6 euro nei primi scambi di giornata prima di tirare leggermente il fiato a 73,54 euro (+4,8%), dopo la conferma delle trattative riservate in corso tra la holding d’investimento degli eredi Agnelli e la francese Covea (che nel 2018 aveva provato, inutilmente, a mettere le mani su Scor) per la possibile cessione del gruppo riassicurativo americano Partner Re, acquisito per 6,9 miliardi di dollari nell’agosto 2015 da Exor, per una cifra che indiscrezioni vogliono nell’ordine degli 8-9 miliardi di dollari (Covea dispone di 10 miliardi di dollari di liquidità).

A ridare la carica ad Exor, consentendole di tornare sui livelli di tre mesi fa, era già stata pochi giorni fa S&P Ratings, che aveva alzato l’outlook sul merito di credito di Exor a “positivo” da “stabile”, pur confermando per il momento una valutazione “BBB+”. Gli acquisti successivi hanno consentito al titolo di recuperare un primo 5,3% nella scorsa settimana, riportando a +29% il bilancio rispetto 12 mesi or sono (tra le controllate della holding quotate a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi Fca è in rialzo dell’1%, Cnh Industrial perde il 4,2% e Ferrari segna +37%).

I giudizi degli analisti su Exor

Se la cessione di Partner Re avvenisse attorno ai 9 miliardi di dollari, commentano gli analisti di Equita Sim, il Nav (Net asset value, patrimonio netto) di Exor, su cui Equita al momento esprime un “buy” con prezzo obiettivo di 83,5 euro per azione, salirebbe di un 6% ad oltre 95 euro per azione, mentre lo sconto sul Nav risulterebbe, a valori correnti, attorno al 26%.

Post operazione la holding si ritroverebbe con oltre sette miliardi di euro di cassa netta (oltre il 30% del Nav), “che riteniamo lasci spazio alla distribuzione di un dividendo straordinario” aggiungono gli analisti che finora ritenevano più probabile che Exor optasse per una fusione “ricalcando quanto fatto con Fca”, dato che finora Partner Re era ritenuta essere “un asset core e sapendo che la struttura finanziaria della holding è già solida”.

Mediobanca Securities (“outperform” con target price a 83 euro su Exor) si tiene più bassa e ipotizza che Partner Re, le cui performance non sembrano aver soddisfatto gli eredi Agnelli, possa essere valutata circa 1,1-1,2 volte il book value ossia attorno agli 8 miliardi di dollari, rispetto ai 7,65 miliardi di dollari di book value contabilizzati da Exor nella somma delle parti. Peraltro la cessione di Partner Re, che rappresenta il 28% degli asset totali di Exor, in aggiunta alla prannunciata fusione tra Fca e Psa e allo spin-off della divisione truck e powertrain di Cnh Industrial, secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia “metterebbe Exor sotto il radar degli investitori”.

In un simile scenario, aggiungono gli esperti, “prevediamo che lo sconto holding si riduca rispetto al livello attuale del 23%, come abbiamo già visto in passato quando il titolo veniva negoziato con uno sconto del 10%-15% sul Net asset value grazie alle operazioni di M&A che hanno interessato i suoi asset”. Al momento il consenso degli analisti fondamentali individua per Exor un target price medio di 80,43 euro per azione e parla di un dividendo di 45 euro per azione (pari ad un dividend yield dello 0,6%).

Prima delle notizie attorno a Partner Re il titolo Exor appariva intrappolato in una fase di congestione di breve periodo, con un trend primario che stava dando segnali di peggioramento essendo passato nelle ultime sedute da positivo a neutrale, anche se i volumi, andati contraendosi nelle giornate di flessione dei prezzi, segnalavano la scarsa forza della spinta ribassista. Indicazioni contraddittorie anche dallo Stocastico, rimasto nell’area superiore della banda d’oscillazione, e dell’indice di forza relativa (Rsi), appena sopra la soglia dei 50 punti.

Il quadro tecnico di Exor

Il deciso rimbalzo di stamane ha già proiettato il titolo sopra la resistenza di 73,34 euro per azione, ponendo le premesse per un possibile tentativo di stabilizzazione a ridosso della successiva, in area 75,30 euro. In caso di prese di profitto la precedente resistenza, superata di slancio in apertura, è a 73,05 euro e poi più in basso a 71,7 euro per azione. Difficile in giornata pensare ad un ritorno ai supporti intraday che erano stati segnalati a 69,55 e a 68,95 euro per azione, mentre nell’arco delle prossime sedute eventuali ulteriori alleggerimenti di posizione potrebbero anche consentire, eventualmente, un simile test mentre sembra improbabile un rapido ritorno ai supporti di medio periodo a 68,80 e a 67,35 euro per azione.

Exor a Piazza Affari

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