In una intervista alla Cnbc l’ex presidente della Fed Janet Yellen ha affermato che le prossime azioni della Banca Centrale Usa saranno condizionate inevitabilmente dai prossimi dati macroeconomici in pubblicazione. E non ha escluso che nel corso di quest’anno ci possano essere nuovi ulteriori aumenti dei tassi d’interesse. “Ma un contagio derivante dal peggioramento della crescita riscontrato nelle altre principali economie – ha avvertito l’ex presidente, e come fanno notare gli analisti di Wings Partners Sim – potrebbe determinare non solo una pausa nella stretta monetaria, ma addirittura un’inversione di tendenza. Secondo la Yellen (e secondo un numero sempre maggiore di commentatori) è insomma addirittura possibile che la prossima azione della Fed sui tassi possa essere una riduzione, invece che un aumento.
Come comportasi di fronte a queste prospettive? Se la Fed dovesse tornare a tagliare i tassi, anzitutto, il dollaro tendenzialmente si indebolirebbe. E in questo scenario le commodity, in teoria, salirebbero. Così come, almeno sulla carta, Wall Street (dove verrebbero attirati dalla convenienza del biglietto verde gli investitori esteri). E in scia al listino americano registrerebbero performance positive anche gli altri principali listini azionari mondiali.
E se così non fosse, ovvero se si assisterà a un seppur “paziente” (per dirla con le parole del presidente della Fed Powell) incremento del costo del denaro negli Usa? Dipende. Non è affatto detto che dovremmo affrontare una fase di ribassi dei mercati. E questo lo sè è già visto all’inizio di quest’anno.
Quindi? Per il momento la direzione di Wall Street resta, nonostante la recente correzione, per il momento improntata al rialzo. Non resta perciò che mantenere i nervi saldi, lasciare correre gli eventuali guadagni e monitorare però al contempo molto attentamente i livelli tecnici di stop e essere pronti a “portare il fieno in cascina”.