Fed, tassi, trimestrali: occhi puntati sugli Stati Uniti

In Eurozona e nel Regno Unito si conferma, a giugno, il rallentamento del settore manifatturiero, mentre negli Stati Uniti si assiste a un recupero dopo una momentanea debolezza. Migliori le indicazioni, nel Vecchio Continente, in arrivo dal settore servizi che aiuta a stabilizzare l’indice composito. Negli Stati Uniti l’ottima evidenza sull’occupazione di giugno, in netta ripresa su maggio e migliore delle stime, ha raffreddato le aspettative del mercato sulle mosse future della Fed. Questa la macro review che apre la Weekly Newsletter di Cassa Lombarda. Di seguito l’analisi settimanale dei mercati finanziari a cura dell’Advisory.

Obbligazioni

I titoli governativi di Eurozona sono stati oggetto di acquisti diffusi, e rilevanti, con gli investitori che hanno apprezzato la scelta di Christine Lagarde, come prossimo presidente della Bce. Il mercato si aspetta continuità con l’operato di Mario Draghi, al termine del suo mandato, all’insegna di una politica monetaria “colomba” e ha allontanato la possibilità di vedere un eventuale esponente “falco” alla guida dell’istituto in un contesto economico europeo in rallentamento. Lo spread Btp-Bund decennali è sceso sotto i 200 punti base, sui minimi di maggio 2018, grazie anche alla mancata apertura della procedura di infrazione ai danni dell’Italia da parte della Commissione Ue. Il rendimento del Btp decennale benchmark è sceso sino all’ 1,595% ai minimi da ottobre 2016. Nel Vecchio Continente anche altri titoli sovrani di riferimento si sono avvicinati, o hanno aggiornato, i loro minimi storici. Il rendimento del Bund decennale tedesco ha raggiunto un nuovo minimo al -0,409%, scendendo per la prima volta sotto il tasso di deposito della Bce fermo a -0,40%. La Francia ha collocato, per la prima volta, il suo OaT benchmark decennale con un tasso negativo. Negli Stati Uniti settimana volatile, ma senza direzione di fondo, per il rendimento dei Treasuries decennali, che si stabilizzano in area 2%, dopo aver toccato il minimo da novembre 2016 all’1,95%.

Azioni

Indici azionari europei e statunitensi positivi in settimana in scia alla tregua raggiunta tra Trump e Xi Jinping, al G20 di Osaka, sui dazi commerciali. A Milano l’indice Ftse Mib è tornato sopra i 22mila punti grazie alla performance del comparto bancario e le utilities in scia al calo dello spread. Wall Street, in una settimana a operatività ridotta per la festività dell’ Independence Day, ha visto aggiornare i record storici di tutti e tre gli indici principali.

Valute e materie prime

Il dollaro Usa ha beneficiato dell’ottimo dato sull’occupazione americana di giugno, in netta ripresa su maggio e migliore delle stime. Il biglietto verde si è riportato vicino al livello di 1,12 contro Euro sui massimi delle ultime tre settimane, in scia all’aspettativa che il costo del denaro negli Usa non sarà tagliato di molto e neppure tanto in fretta. La Reserve Bank of Australia (Rba) ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base portandoli sui nuovi minimi storici dell’1,00%. La decisione era ampiamente prevista, dopo che in maggio il governatore Philip Lowe aveva dichiarato che l’inflazione verosimilmente sarebbe rimasta sotto al target della Rba compreso tra il 2% e il 3% annuo e che un taglio del costo del denaro sarebbe stato probabilmente appropriato. L’oro ha archiviato una settimana in calo dopo due in rialzo, con il venire meno delle scommesse per una Fed accomodante in scia al rapporto migliore del previsto sull’occupazione americana di giugno. Futures sul petrolio in flessione di quasi il 2% cumulato settimanale. I timori per la domanda, e la tensione internazionale verso l’Iran, hanno pesato controbilanciando l’effetto positivo dato dall’estensione di altri nove mesi del taglio alla produzione deciso dall’Opec+. I futures sull’iron ore, il materiale ferroso, hanno toccato i massimi da cinque anni, prima di ripiegare, grazie al balzo della domanda cinese e dalla minore offerta dei maggiori produttori Brasile e Australia.

Outlook

Il focus degli investitori sarà, mercoledì e giovedì, per la testimonianza al Congresso Usa del Governatore Fed, Jerome Powell, sullo stato dell’economia Usa e sulla politica monetaria dell’istituto. Gli investitori porranno attenzione in particolar modo all’atteggiamento dei politici Usa verso la Fed specie dopo l’ennesima bordata di critiche mosse da Donald Trump contro la Fed e il suo Governatore, colpevoli di non avere ancora tagliato i tassi come lui da tempo chiede. Per il tycoon se l’istituto tagliasse il costo del denaro l’economia americana schizzerebbe come un “razzo”. Lunedì sarà resa nota la produzione industriale in Germania, mercoledì prezzi alla produzione in Giappone oltre agli ultimi dati mensili sull’andamento dei settori industriale, dei servizi e dell’edilizia nel Regno Unito, che aiuteranno a definire le aspettative su un’eventuale contrazione del Pil nel secondo trimestre. Giovedì l’inflazione di giugno in Germania, Francia e Stati Uniti. Concluderanno la settimana i dati sulla produzione industriale in Eurozona e Giappone. Negli Stati Uniti inizia la stagione delle trimestrali con i numeri del 2Q in arrivo da Delta Airlines, Levi’s e PepsiCo, in attesa settimana prossima dei numeri dei big bancari..

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